Maidilei: alla ricerca di un'evasione mentale.
I Maidilei non sono dei giovanotti alle prime armi. I quartetto romano dimostra di avere esperienza dalle prime battute d’ukulele di “Escluso non incluso” fino alla spiritosa traccia fantasma “Campobasso”. Un cantautorato, il loro, che non preclude snodi artistici, ma stringe un legame con quel rock poco distorto tipico dello Stivale.
Overdrive e atmosfere surf come nel brano “In dissolvenza”, ma anche disordinati strumentali alla "Pablo Honey" dei Radiohead come in “Alla tua (l’idiota)”. La forza del disco sta, principalmente, nella capacità di sanare banalità di costrutti pop/rock con cambi di stile repentini, smussati però, al punto da non farli avvertire come fastidiosi. Certo, non tutti i tentativi riescono. Brani come “Maidilei” e “Dipende da te” lanciano un segnale già captato: un po’ Marlene Kuntz un po’ Afterhours, e la scelta di una cover, “Tomorrow Never Knows” dei Beatles, soddisferebbe meglio un’esigenza live che una da studio.
La visionaria “In dissolvenza” sorprende ed emerge tra le altre per un finale alla A Toys Orchestra ed un testo ermetico funzionale (“in dissolvenza d’alba. In dissolvenza svanirò”).
Non manca neanche del pop snello e pulito, “Il latte c’è”: un singolo con un arrangiamento vocale alla Tommaso Cerasuolo. Il carisma, però, non è quello dei Perturbazione. Manca quella presa, quello schiaffo che ti fa affezionare ad un progetto. Certe cose non si posso imparare. È la personalità stessa dei componenti di una band che fondendosi da vita ad un’unica come in una reazione chimica (lo diceva anche C. G. Jung). Nel caso dei Maidilei questo scarseggia un po’. Nonostante, infatti, i brani seguano una direzione precisa non creano un progetto distinto e riconoscibile. Quel sound omogeneo e circoscritto che ti fa venire voglia di riascoltare e commettere, citando “Campobasso”, una sana “evasione mentale”.
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La recensione #1 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-19 23:00:00
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