Low fidelity di alta qualità per i Nana Bang!
La prima cosa che colpisce del nuovo disco dei Nana Bang! è il titolo "In a nutshell", letteralmente: in un guscio di noce. "In a nutshell" è però anche un'espressione che significa in poche parole. Ma in entrambi i casi è tutto racchiuso nella piccola porzione dura e apparentemente impenetrabile di un guscio di noce, l'essenziale che cresce prezioso protetto dall'esterno. E se l'essenziale è spesso invisibile agli occhi, è arrivato il momento di sedersi e stare almeno ad ascoltare.
Le dieci tracce del nuovo disco di Andrea Fusari e Giuseppe Mondini scorrono leggere vantandosi di quella semplicità poetica che le persone credono di aver perso per sempre già da tempo immemore. Come se un certo talkin' blues non fosse più in grado di raccontare una storia da far arrossire una ragazza, come se i Beatles non fossero mai esistiti. Invece ci troveremo a intonare il ritmo scandito di "Irony is a dead scene" e quello della seguente "Earphone Cloud" proprio come accadeva allora. Pop rock in cui la tradizione delle ballad (dal gusto britannico) è mescolata alla vena psichedelica che il gruppo non ha mai perso, qualitativamente esaltata dal gusto lo-fi: "When the night falls" è la quintessenza di queste scelte, mentre "Quarantined" è caratterizzante, una sicurezza, un marchio di garanzia, il piatto forte. Sapiente la scelta di spezzare quasi a metà il disco tra una prima parte composta di brani scanzonati ed incalzanti ad una seconda in cui abbandonarsi a pezzi più lenti, come la bellissima "Sometimes".
Abbondanza non è sinonimo di consistenza, la sostanza e la qualità di questo disco mostrano un percorso di maturazione che ha colto la necessità primordiale di esprimersi al meglio piuttosto che quella, spesso eccessivamente presuntuosa, di creare con quanto più si può nell'enfatica pretesa di sperimentare a tutti i costi. Bravi.
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La recensione In A Nutshell di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-19 00:00:00
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