Joe Patti's Experimental Group
Joe Patti's Experimental Group 2014 - Sperimentale, Elettronica

Joe Patti's Experimental Group

Il più bell'album di musica elettronica dell'anno nasce dalla mente di due freaks

«Non hanno chiesto loro di venire a questo mondo, eppure sono qui tra noi. Si riconoscono in un codice che nessuno ha mai scritto. Offendetene uno, e si sentiranno offesi tutti quanti» (Freaks)

Come scatole cinesi, due enigmi stanno uno dentro all'altro. 

Il contenitore è il macro-enigma-Italia: 150 anni di storia passati da un po' che ci hanno insegnato l'esistenza dell'idea di italianità e l'assenza di un luogo italiano che possa dirsi effettivamente "paese" come, per dire, la Francia o la Germania. (Per questo gli zingari fanno tanta paura in Italia: perché sono come noi. Sono il nostro specchio. Esistono senza avere un dove: c'è un idea enigmatica gitana ma non c'è un paese gitano) 

Il contenuto è Franco Battiato ed è, come tutti gli esseri umani, un micro-enigma che si esprime su questa Terra dal 1945 e, su supporto fonografico, dal 1965. L'ultima espressione musicale dell'enigma-Battiato data dunque 2014, si chiama Joe Patti's Experimental Group ed è a tutti gli effetti un album a quattro mani con lo storico ingegnere del suono del musicista catanese. Come Battiato, anche Pinaxa è un vero freak nel senso più nobile del termine: uno che è accreditato per aver mixato cose come “Faccia da pirla” di Charlie e “Violator” dei Depeche Mode perché tutto scorre e nella vita non puoi separare l'alto dal basso.
Lo stesso avranno pensato Battiato e Pischetola quando hanno messo insieme il meditabondo pianoforte à la Satie di (appunto) “Klavier” e le ritmiche alla Underworld della nuova versione di “Propriedad prohibida” (“Proprietà proibita”), già sigla televisiva; o ancora l'ambient di “C.E.R.N.” (un luogo musicale che Battiato ha frequentato in epoche non sospette) con i ricordi rave di “L'isola Elefante” (un luogo musicale che ha frequentato anche Giovanni Lindo Ferretti nel sottovalutato “Co.Dex”, e Ferretti è un altro di quei freak che hanno benedetto con la loro presenza l'idea di italianità).
Diverse parti del materiale presente nell'album vengono dal retroterra musicale di Battiato («Tornate all'antico e sarà un progresso» diceva Giuseppe Verdi) eppure lo shock dell'ascolto (ben rappresentato visivamente dall'unico videoclip tratto sinora dall'album) è forte. Che il più bell'album elettronico del 2014 sia dovuto alla somma di due enigmi così (uno vincitore del premio Stockhausen e l'altro dietro al banco del mixer di “Il sole nella pioggia”) non è, questo no, enigmatico per niente.

 

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