Si candidano ad alfieri dell’electroclash italiano, i veneziani Lola Rent, in possesso di un’attitudine glam che discende direttamente dai primi anni ‘80 ed esprime a pieno la ‘teenage wildlife’ degli allora giovani epigoni di David Bowie. Più Ladytron che Peaches, tanto per capire subito in che territori attuali ci si muove, i Nostri dimostrano ampiamente di conoscere a menadito anche i padri nobili del genere, dagli Orchestral Manouvres in the Dark ai Depeche Mode, dagli appena appena echeggiati Alphaville ai Soft cell.
Con qualche parentela con i milanesi Nuovi Orizzonti Artificiali, specie per quanto riguarda l’uso della bella voce, che ricorda pure quel ragazzaccio elettrico di Gary Numan, i Lola Rent esibiscono personalità da vendere e sfornano un dischetto in linea con le tendenze internazionali. Disco che cresce ascolto dopo ascolto, e che contiene diverse belle canzoni, su cui spiccano “Discovolante”, “Andy Warhol” e “Boy”. Nel complesso, invece, “Universalmente incompatibili” mostra le sue pecche in una metrica dei testi a volte un po’ forzata: il caso strano è che accade sempre nella prima strofa. Già alla seconda, il vocalist Rent sembra trovare la giusta misura. Difetto che sembra provenire quindi da un’urgenza espressiva e che non si può che valutare positivamente - anche se penalizza un po’ il singolo “Pillole”, bel brano, ma non il migliore del disco.
In generale l’altro limite dei ragazzi sembra essere l’essere sempre a un passo dall’azzeccare il singolone ‘ammazzaclassifiche’, ma le premesse per arrivare a tanto paiono esserci tutte. Se in qualche punto i nostri evidenziano qualche influenza di casa nostra di troppo (“Strade” e “Verso il buio” suonano eccessivamente Soerba e Bluvertigo, per quanto belle, specie la prima), i Lola Rent evidenziano personalità sufficiente a pronosticare un roseo futuro.
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La recensione Universalmente incompatibili di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-08-13 00:00:00
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