La Crus
Dentro Me 1997 - Cantautoriale, Trip-Hop, Alternativo

Dentro Me

Dopo aver vinto,con il disco d'esordio, tutti i premi possibili riservati alla musica rock d'autore nostrana,i La Crus si sono sicuramente trovati sotto pressione al momento di mettersi al lavoro per sfornare il secondo disco. Le caratteristiche del primo album da cui partire erano la particolare attenzione ai testi, quasi totalmente introspettivi e di una bellezza inquietante, un rumorismo pacato e confuso, e la ricerca della musica tradizionale-alternativa,che ha riportato e fatto scoprire ai "giovani di oggi" (me compreso) cantautori incompresi come Luigi Tenco e Piero Ciampi. Per il primo punto ci ha pensato il titolo dell'album a rassicurarci, Giò autore dei testi non ha paura di raccontarci la vita dal suo punto di vista ed è facile perdersi e ritrovarsi tra le sue parole: vi assicuro che non andranno mai a San Remo, almeno finchè sarà lui a scrivere per i La Crus.

Musicalmente ho notato un leggero spostamento verso la ballata rispetto al parlato che aleggiava nel precedente disco,ma non è un peccato; anzi sembra che i ragazzi, Giò (Mauro Ermanno Giovannardi), Cesare Malfatti e Alessandro Cremonesi, abbiano trovato un metodo di scrittura che potrebbe anche reggere senza campionature, sempre presenti lungo il disco. Il rumore e la ricerca di suoni ritorna in "correre", splendida cavalcata, e in "qui vicino a te" che vede la partecipazione, alla chitarra elettrica, di Manuel Agnelli leader degli Afterhours. Sono da ricordare le varie partecipazioni sparse in tutto il disco: Vinicio Capossela, Cristina Dona', Cristiano Godano dei Marlene kuntz, e Hugo Race conosciuto ai tempi dei Carnival of Fools, gruppo precedente ai La Crus, che accompagnarono Nick Cave in tour. Per quanto riguarda il passato questa volta troviamo Dragon di Paolo Conte, che la band suonava dal vivo già lo scorso anno, e la title-track, cover dei Detonazione,gruppo post-punk anni ottanta. Un'altra buona occasione per scoprire due realtà differenti che a molti sono sconosciute. In un disco di questo tipo comunque i brani migliori possono essere riconosciuti in quelli con i testi più toccanti quindi "la luce al neon dei baracchini", "dentro me", e "34 anni", anche se forse sono soltanto quelle più immediate, i pezzi che risaltano rispetto a quelli che hanno bisogno di più ascolti. In generale i La Crus hanno fatto il passo avanti che aspettavamo e sono riusciti a non adagiarsi sul successo del primo lavoro, continuando ad usare una formula originale per la canzone italiana. "....e poi chiudere gli occhi per scappare coi sogni....".

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