Un ibrido ska-folk per l’esordio della formazione senese; diverse incertezze, ma nel complesso un lavoro piacevole e promettente.
Dietro un monicker e un titolo un po’ banali (la copertina si salva in corner per il richiamo escheriano), si nasconde in realtà un lavoro godibile e che, nonostante non presenti nulla di particolarmente innovativo, risulta abbastanza fresco. I pilastri su cui si fonda il disco sono due: uno ska classico, chitarra in levare e ottoni a guidare il tutto, e un certo folk/rock all’italiana presente con forza nella musica ma soprattutto nei testi del gruppo senese, popolati di prostituite, (presunti) iettatori di paese e marinai. Il breve lavoro si sviluppa oscillando fra questi due poli, con momenti più ska (l’energica “Cambio strada”) e momenti che potrebbero quasi essere usciti da un album della Bandabardò (“Storia di mare”, per la verità un po’ deboluccia) o da qualcosa dei Nobraino, richiamati soprattutto dal modo di cantare di Domenico Petrilli; nel mezzo del moto oscillatorio ci sono i momenti in cui il gruppo prova a mescolare le carte, come nell’ottima opener (”La mia storia più strana”), che accompagna un incedere tipicamente ska al racconto di una storia dalle tinte simili a quelle che potrebbero popolare una canzone di Mannarino. Certo, ci sono tutte le incertezze che spesso caratterizzano gli esordi (alcuni passaggi confusi o poco chiari, altri dal sapore scolastico e banale), ci sono brani meno riusciti (“Storia di mare”) e brani dove la commistione di sonorità diverse risulta più forzata (“Guarda che…”), ma alla fine l’ascolto di “Cambio strada” fila liscio come l’olio e suggerisce che i The Occasional Band abbiano le carte in regola per maturare e provare a ritagliarsi un loro spazio all’interno dell’affollato panorama del folk rock italico.
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La recensione Cambio Strada di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-24 00:00:00
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