Un album complessivamente bello e ben curato, ma che offre per un margine di crescita molto grande per l'artista.
“Cadori” è l’omonimo album di un cantautore che è riuscito a sdoganare e rendere dolcemente sporco un genere da sempre reso molto scontato dai musicisti italiani: il cantautorato pop-folk. Oltre al sound molto ricercato e particolare, caratterizzato da influenze lo-fi e bellissime trame elettroniche, ciò che colpisce a primo ascolto sono le immagini che Cadori è riuscito a ricreare tra le note. Il suo sound si sposa alla perfezione con le strade metropolitane nebbiose, i viali di alberi spogli che si perdono nella foschia, palazzi dai profili liberty che si mescolano con il grigio che ti circonda, e infine ti stupisce con le luci delle strade che ti riportano calore e leggere sfumature di colore. È un album che induce a diventare degli inguaribili flâneur mentre ci si perde tra le strade e il fascino invernale della propria città.
Cadori eccelle in eleganza e sperimentazioni. Tralasciando l’introduttiva “Canturi #1”, il pezzo meno permeante della scaletta ed emozionalmente gelido, ”Fuori cadono fulmini” invece avvolge con malinconici fingerpicking e bassi, risclandando il sound.
“La brutta musica” è una svolta ritmica notevole e molto intrigante. Cadori prende le sonorità pop acide degli anni ’90 e le ri-arrangia in chiave aggiornata nel pezzo che possiamo definire il migliore dell’intero album.
“Canzone nemica” è l’ultimo pezzo su cui porre l’attenzione; è come se riprendesse “Fuori cadono fulmini” ma intraprendendo una deriva arricchita da meravigliosi synth e un ritmo incessante e sostenuto.
Un album complessivamente bello e ben curato, ma che offre per un futuro un margine di crescita molto grande per Cadori, il quale ha dimostrato un piglio creativo esteticamente indiscutibile.
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La recensione Cadori di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-18 00:00:00
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