Un flusso di parole e musica ostico e multiforme
I rumori di una stazione del treno introducono il primo lavoro del trio cilentano dei Nictagena... poi parte il viaggio.
Un viaggio tra i generi musicali. In questo esordio c’è una contaminazione continua, un flusso senza soluzione di continuità. La voce di Walter Tocco guida le danze. Declamatoria, dura, incazzata, poi d’improvviso colloquiale, melodica; una interpretazione sopra le righe. Le parole seguono un continuo flusso di coscienza, una poetica fatta di immagini, di sensazioni, dove cercare una linearità nel senso logico è quasi sempre inutile.
Musicalmente parlando siamo di fronte ad un melting-pot, c’è del metal di derivazione nineties, incisi quasi post-rock, oscuri ed ipnotici loop e non si disdegna qualche incursione cantautoriale. Nei brani più lunghi, ben quattro oltre i sei minuti, le strutture si fanno più propriamente progressive. Musica e parole si fondono in modo efficace nel continuo mutamento degli stati d’animo dettati dal cantato e questo è il maggior pregio della band.
Non stiamo parlando di un album di facile ascolto, più il trio si lascia andare alla propria ispirazione e più il panorama musicale si fa ostico. D’altro canto vi sono anche tracce figlie di una maggiore uniformità stilistica. L’iniziale "Mille anni" con il suo incedere imperioso, "Serial Killer", con il suo battito dark e la conclusiva "Mistiche" che ci narra di sanguinari riti pagani.
Musicisti che non cercano il consenso del pubblico, ma creano musica per esprimere se stessi, questi sono i Nictagena.
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La recensione Radio DISORDINE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-17 23:59:00
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