Il nostro spassionato parere è che di album del genere non ne sentiamo la necessità
Dovevo immaginarlo, anzi, dovevo aspettarmelo, perché la legge del contrappasso è dietro l'angolo. Neppure il tempo di spendere parole d'elogio per il bel lavoro firmato da Gianluca Mondo nell'ambito di un cantautorato anticonvenzionale (passatemi la formula o, tutt'al più, andate ad ascoltarvelo), ed ecco che subito mi tocca la recensione di un artista che, nello stesso filone, si infila con mani, piedi, chitarra e tutto ciò che serve all'occorrenza.
La premessa per mettere subito in chiaro che "Seriamente ironico" non ha la benché minima qualità su cui si possa spendere parole. Gli arrangiamenti ricalcano un qualsiasi prodotto pop-mainstream (il riferimento più prossimo sono i Negrita delle ballatone sdolcinate), senza però avere il supporto di una scrittura degna di quel livello. Il suono, poi, è talmente pulito e levigato da risultare indigesto quasi subito - ho dovuto spezzare l'ascolto in diversi momenti per farne uno completo.
Sia chiaro: dal punto di vista tecnico è tutto perfetto, proprio come ci si aspetterebbe dopo aver studiato un manuale, però davvero non si va oltre. Rimarrebbero i testi da analizzare, ma anche su questo fronte è un disastro: tutti basati sul sentimento dell'empatia nei confronti di chi ascolta, il top (in senso negativo) è rappresentato da "Anch'io", dove praticamente il nostro compie una rivisitazione sul tema che gli 883 avevano già messo in musica con "La regola dell'amico". Insomma, il tenore è quello, quindi testi incentrati sulla leggerezza; ovviamente non discutiamo sulla scelta stilistica bensì sui risultati, a dir poco deboli. Perché quando senti versi in rima (uno per tutti) come "Ora lo so quali sono i miei piani / stare sdraiato con te fino a domani / D'un tratto mi piace l'inverno e non ho freddo alle mani", è davvero difficile trovare il lato positivo della faccenda.
Infine, non valga come giustificazione il fatto che si tratti di un esordio: se in questi 10 brani ci fossero tracce di talento ce ne saremmo accorti subito. Il nostro spassionato parere è che di album del genere non ne abbiamo bisogno.
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La recensione Seriamente Ironico di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-17 00:00:00
COMMENTI (5)
xtm.it/DettaglioEmergenti.a…
eheheh.
@f.cravedi solo una cosa e proprio per fare dell'ironia: quando hai scritto Nick Cave sono morti, uno dopo l'altro, tutti i Nick Cave degli universi paralleli. :-D
faustiko, ti sei sbilanciato talmente tanto con il tuo accanimento bava alla bocca e tutto che mi hai fatto venire voglia di ascoltare il disco. l'ho fatto e mi è pure piaciuto: siamo pieni di esordienti che scrivono testi linguisticamente arzigogolati ma essenzialmente vuoti. chiaradia invece riesce a trasmettere tanto pur con testi semplici: dietro a questo stile di scrittura si percepisce certo, come dici tu, lo studio dei manuali - ma anche una sensibilità ed una capacità di sintesi che non possono che essere innati. acerbo? beh certo, è un esordiente - ma già centinaia di passi avanti rispetto a molti altri esordienti che preferiscono la forma alla sostanza. misurando bene le proporzioni, vedo comunque chiaradia avviato sullo stesso percorso artistico di un nick cave piuttosto che dei personaggi che hai trascinato nel tuo sfogo. e proprio perché esordiente, non puoi stroncarlo scrivendo critiche che peccano alla grande di raziocinio già al primo disco. è anti giornalismo. aiutiamoli a crescere questi esordienti. piuttosto scrivi cose del genere sul nuovo disco dei pink floyd, che è same old shit per eccellenza (quanto gli costava osare un genere nuovo a 'sti vecchi?). oppure non scrivere affatto. se invece mi hai giocato una trappola di psicologia inversa portandomi ad ascoltare il disco, beh allora ti ringrazio (ma non penso sia così, vero?). pop mainstream? ti prego.
Ciao Fausto. Mi hai davvero stroncato. Pazienza, ad altri sono piaciuto. Mi sento pero' di dirti due parole.
Il disco, presupponendo tu l'abbia ascoltato per intero, e non 20 secondi a brano, comprende cinque canzoni chitarra e voce. Quindi gli arrangiamenti pop\main stream non c'entrano davvero. Il suono pulito, è dato dallo studio di registrazione, uno di quelli usati dalla Ecm, che produce dischi di Rava, Fresu, Bollani e, se permetti, e', credo, indicatore di qualità. Il suono sporco come scelta lo lasciamo agli Stones che se lo possono permettere. Il paragone con gli 883 te lo concedo, anche se la canzone è un omaggio al Buena vista social club. Il confronto con l'altro cantautore che mi hai citato non e' calzante.. Ho ovviamente un mio parere in merito, che non esprimo per rispetto verso una persona che non mi ha fatto nulla. Diciamo che se mi avessi citato Gianmaria Testa mi sarei messo il cuore in pace. I testi, “tutti basati sul sentimento dell'empatia nei confronti di chi ascolta” sono intimisti, non banali . Sono pieni di citazioni e altri tuoi colleghi se ne sono accorti e hanno apprezzato al contrario di te. Per esempio (ed e' solo un esempio) in Burattino, quella che tu citi come abisso di niente, cito Stephen Hawking con il libro “L'universo in un guscio di noce” e Paolo Sorrentino con “Hanno tutti ragione”. Il fatto è, caro Fausto, che sei partito nei miei confronti con antipatia . Credo tu abbia scambiato la pulizia di musica e testi con la banalità. E' mio modesto parere che sia più facile macinare assieme parole roboanti e musica pretenziosa , che scrivere canzoni semplici il cui valore va al di la' dell'apparenza alla quale, scusami, credo tu ti sia fermato.
Un caro saluto.
Gianluca Chiaradia.