Gusto, tiro e ottima cultura musicale. Mica poco.
Disco d'esodio per i Bianchi Sporchi, quintetto che dalla profonda Brianza porta in giro un suono eclettico a base di r&b vecchio stile, rockabilly e beat, il tutto frullato con una bella dose d'ironia e attitudine da party. L'intrattenimento è il primo obiettivo, come può testimoniare chi li abbia visti dal vivo almeno una volta, e se qualcuno, già che c'è, vuole anche ballare, non fa un soldo di danno.
Alla causa contribuisce, e non poco, l'ottimo asse ritmico batteria-contrabbasso, e i solisti danno il tocco in più, tanto con le tastiere quanto con la chitarra di impronta jazz. Il mood dei brani è sempre piuttosto allegro, mentre sono le atmosfere a variare (dal doo-wop di "Etta" alle più tirate "Fox in love" e "Once I was"), raggiungendo il picco quando intervengono i cori di Cecilia Fumanelli (ospite in tre brani, tra cui spicca "Autumn").
Unica, piccola nota dolente del disco è la resa della voce del cantante Gabriele Pezzini, non tanto per questioni di timbro o intonazione, quanto per l'interpretazione, eccessivamente piena ed enfatica, quasi "operistica" a tratti ("Da riff", per dirna una), che più che a un contesto r&b sembra prestarsi ad uno da crooner o da big band swing, in cui per forza di cose ci deve essere un vocione ad ergersi sull'orchestra e sui fiati.Alla causa contribuisce, e non poco, l'ottimo asse ritmico batteria-contrabbasso, e i solisti danno il tocco in più, tanto con le tastiere quanto con la chitarra di impronta jazz. Il mood dei brani è sempre piuttosto allegro, mentre sono le atmosfere a variare (dal doo-wop di "Etta" alle più tirate "Fox in love" e "Once I was"), raggiungendo il picco quando intervengono i cori di Cecilia Fumanelli (ospite in tre brani, tra cui spicca "Autumn").
Qui si tratterebbe di adattare maggiormente il cantato al sound della band, senza però perdere quella capacità di coinvolgere il pubblico che è sicuramente il principale punto di forza del frontman dei Bianchi Sporchi. Un'impresa comunque tutt'altro che impossibile, tanto più che è coadiuvata da musicisti che sin da questa prima prova danno prova di gusto, tiro e un'ottima cultura musicale. Mica poco.
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La recensione Bianchi Sporchi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-19 00:00:00
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