A cinque anni dall'esordio ritorna il combo di Novi Ligure con una prova notevole, stoner diretto e potente come un pugno in faccia ... e rimani steso.
I piemontesi Passover proseguono il loro percorso cominciato cinque anni or sono con l’album "Convundidi", con l’ep “Il lustro del palazzo”. L’incipit non lascia dubbi, un sound potente, solido e trascinante. L’iniziale "Magnitudo" tiene fede al titolo, un brano tellurico e pulsante che esalta anche l’ottima voce del cantante Federico Massa. Il rimando più evidente è lo stoner di matrice Kyuss-Queens of the Stone Age, un’unità ritmica e d’intenti e la mancanza di inutili orpelli generano composizioni solide e dirette.
I pezzi sono a loro modo orecchiabili grazie a refrain ben congegnati e di immediata presa. Anche la produzione è di livello, i suoni corposi esaltano le doti della band, merito ancora più grande pensando alla strada dell’autoproduzione intrapresa dal trio di Novi Ligure. Citazione doverosa anche per il brano "Cilicio" dove la band svela nel modo forse più nitido il suo sound, ritmi serrati pronti ad esplodere intervallati da incisi strumentali che sanno di calma prima della tempesta.
I nostri padroneggiano appieno la materia e i suoni di un genere che oramai è tra i capisaldi del rock contemporaneo. Nella conclusiva "Sail" il sound si discosta da quanto ascoltato fino al quel momento, non a caso è l’unico brano cantato, in un ottimo inglese. La ritmica rallenta e si fa ancora più profonda, la band naviga con sicurezza in un crescere di distorsioni stratificate che esaltano il taglio lirico della traccia. Il secondo lavoro della band è quindi pienamente convincente e non ha nulla da invidiare alle più note produzioni d’oltreoceano. Rimane la curiosità di sentirli alle prese con brani più lunghi e “desertici”; sarà per la prossima volta?
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La recensione Il Lustro del Palazzo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-11-24 00:00:00
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