Esordio di un nuovo guitar hero, gli assoli di chitarra tornano al centro della scena
Mirko Russo segue una passione genuina per l'hard rock strumentale, più precisamente un suono che deriva dalla seconda metà degli anni 80, epoca di guitar heroes dalla tecnica sopraffina capaci di comporre album paradigmatici. Una generazione di aspiranti chitarristi hanno speso notti insonni per imparare quell’assolo, quel riff, quel tocco particolare.
Mirko viene da quelle notti insonni e giunge oggi al suo esordio da one man band, registra tutto da solo: basso batteria e chitarre elettriche, all’insegna di un’autarchia musicale che se va sicuramente apprezzata sotto il profilo dell’impegno ha anche i suoi limiti.
La sezione ritmica è si precisa, ma aggiunge poco al suono complessivo dell’opera, risulta spesso ripetitiva e priva di inventiva fissandosi su mid-tempo alla lunga poco incisivi, andando a detrimento delle indubbie doti chitarristiche del nostro. Le chitarre sono ovviamente al centro della scena, ben lavorate non fanno mai sentire la mancanza della voce e rivelano un gusto notevole per la melodia e la pulizia del tocco, vera cifra stilistica dell’album.
In particolare “Spaces” e “Silvermoon” si elevano al di sopra della media con temi dal mood lirico assai coinvolgenti inseriti in crescendo efficaci. Il meglio di “Don’t miss the show” è proprio nei brani dove si gioca con atmosfere rarefatte, tessiture chitarristiche che preparano il terreno all’assolo dove la tensione raggiunge il culmine per poi sciogliersi.
Un lavoro quindi riuscito a metà. La presenza di altri musicisti nel progetto potrebbe essere la giusta carta per far decollare i brani fornendo una maggiore personalità complessiva al sound.
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La recensione Don't miss the show di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-05 00:00:00
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