Prendi una festa in spiaggia. Prendi un tuo amico che suona la chitarra. Registralo. Facci un album. Nulla di spiacevole, per carità. Ma anche niente di eclatante.
Ci sono artisti che, finiti nei debiti, tirano a campare sfruttando il nome della loro ex band, ce ne sono altri che da soli questo nome non sono riusciti a reggerlo, vecchie glorie del rock, sfiancate dalle droghe e dagli anni sul palco, ritiratesi a vita privata per esaudire i propri vezzi musicali come ex grandi attaccanti che segnano i loro ultimi goal in campionati minori. Quando un musicista, già militante in una band, decide di intraprendere un percorso solista, a meno che non sia già un artista affermato, lo fa sempre per dare una svolta alla propria carriera. Se il musicista in questione è il cantante e chitarrista del gruppo (anche per motivi solamente pratici) l’avvicinamento alla dimensione acustica è una conseguenza praticamente naturale.
L’acustico, passatemi il termine, è la scelta più paraculo che esista, ed, in quanto paraculo in grado di accaparrarsi anche una buona fetta di pubblico; piaciona è anche la scelta dell’inglese, con i testi e l’accento da pop band, che donano a tutto il disco un tono alla “Wherever you will go”. Accendini al cielo, baci con la lingua. Di qualsiasi concerto ci si ricorda l’inusuale versione di una canzone ri-arrangiata solamente per la calda voce del cantante e della di lui chitarra battente. Insomma questa non vuole essere una crociata contro le canzoni d’amore, solamente "Driving Home" non è niente di più del tuo amico che suona i Dashboard Confessional intorno ad un falò.
L’approccio acustico è l’approccio più nudo, più essenziale e quindi anche più vero alla musica, e, per trarne qualcosa di buono, serve grande sensibilità. Tutto questo buonismo alla Max Pezzali, tutta questa malinconia da fine dell’estate e fine degli amori di cui è intriso l’album, denotano invece la profonda superficialità con cui Landing Columbia si è accostato alla realizzazione dell'ep. Beninteso, una mancanza di sensibilità musicale non certo emotiva. Detto in tre parole: musica per limonare.
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La recensione Driving Home EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-11 23:59:00
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