Per quelli che hanno il fegato di scendere una scala insanguinata e aprire una porticina socchiusa sull’aldilà…
L’influenza dei cult-movie gialli italiani su certa musica indipendente di casa nostra è sotto gli occhi di tutti: c’è chi ne trae linfa vitale per raccontare storie sbandate su raffinate architetture pop – i Baustelle e gli Elettronoir, ad esempio – e chi invece ne fa sonico inchiostro per disegnare inquietanti scenografie dark-ambientali, come i Runes Order o i più recenti Bed Of Morgue. A questi ultimi si aggiunge anche il pavese Thysanura – più volte recensito su queste colonne – che aggiunge al suo fecondo percorso artistico un’ulteriore tassello di sperimentazione rumoristico/immaginifica, a questo giro ispirata, per l’appunto, a una lista di ben sette titoli del filone giallo italiano degli anni ’70.
Ma qui si va oltre il semplice omaggio, perché le sette tracce composte da Michele Grassani – una per ogni vittima femminile dei rispettivi film – vanno a coprire un ventaglio atmosferico ed emotivo che scavalca il mero didascalismo cinematografico per farsi megafono funereo di un sotterraneo e perdurante malessere esistenziale, questa volta smorzando le corrosioni devastanti ereditate dal compianto Atrax Morgue e dal buon Merzbow per accentuare, invece, la catacombale lentezza di personcine come Nordvargr e Brighter Death Now: gli stillicidi ansiogeni di “Rosa (Pensione Paura)” e “Nicole (Chi l’ha vista morire?)” o le modulazioni fantasmatiche di “Solange (Cosa avete fatto a Solange?)” si lasciano alle spalle l’annichilente schizofrenia delle precedenti produzioni per far posto – a suon di synth modulari – a un più visionario pathos fatto di lugubri corridoi senza uscita, logoranti attese nel buio, scale insanguinate e porticine socchiuse sull’aldilà.
Per i cultori del genere una manna dal cielo, per i semplici curiosi un salutare tête-à-tête con la paura.
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La recensione Tracce Di Violenza Sui Corpi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-29 00:00:00
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