Qualcosa che si avvicina ad una versione post rock dei Verdena
Forse nessuno si era posto il problema finora, ma se qualcuno si fosse mai chiesto come suonerebbe un disco post rock dei Verdena, gli Inesatto potrebbero essere la risposta. Ovviamente è difficile prevedere come la band di Albino possa realmente far suo il genere, ma la voce tremolante, spesso offuscata, e il basso pesante, specie nei momenti di climax, fanno di quest’album un buon candidato; basti ascoltare “Sabbia” per averne un raffronto. Ma in “Quasi Sempre” c’è ben di più che un paragone atipico. È un album che fa proprie le pause e la suspense, giocandoci intorno, creando momenti di carica che non esplodono, o che lo fanno quando l’ascoltatore non se l’aspetta. Una costruzione di arpeggi infiniti che procedono statici ma costanti intorno alla linea di basso, innalzando un stato di tensione continuo. A farla da padrone, insomma, è un post rock ridotto all’osso, dove le parti strumentali superano di una buona lunghezza quelle cantate e le zone di apprensione superano i momenti di eruzione.
L’album suona come un’unica canzone continua, non per l’assenza di variazioni, ma piuttosto perchè il sound generale è così uniforme da non dar mai davvero la sensazione di un distacco: non vi sono dei separatori netti, se non i secondi di attesa tra un brano e il seguente. Per quanto riguarda i testi, hanno il sapore di racconti post adolescenziali, una visione del paesaggio circostante narrato da occhi disillusi. In alcune parti risuonano eccesivamente acerbi e inconcludenti, ma nel complesso si amalgamano bene e creano un gradito contrasto col suono limpido della chitarra. Quest’ultimo contribuisce inoltre a creare un’atmosfera generale accomunabile, con le dovute differenze, a quella degli XX dell’omonimo album, ma spoglio di ogni elettronica e con tanto malessere in più.
“Quasi Sempre” è un lavoro vago quanto il suo titolo e il nome di chi lo suona, ma non per questo poco valido. Anzi, forse è proprio il suo carattere aleatorio a dargli forza, quel posizionamento a metà tra un prodotto ambient ed uno da cantare a squarciagola nella notte, insieme alla capacità di evitare cadute e fare anche qualche ottimo salto, come “Bianca”. Che poi vi piacciano i Verdena o gli XX non ha alcuna importanza, merita più di un paragone.
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La recensione Quasi Sempre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-29 00:00:00
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