Pop rock lento, ripetitivo, con poche note di merito. Qualcosa di buono c'è, ma bisogna lavorarci molto.
Ci può stare che, nel pop-rock, una canzone sia ripetitiva, con una struttura semplice strofa-ritornello. E ci può stare anche che il testo non sia poi tutta questa poesia, ma sia stato scritto solo perché ci sta bene con la musica. Però, per poter essere etichettata come popular, una canzone del genere ti dovrebbe coinvolgere al primo ascolto, dovrebbe avere un motivetto dal facile fischiettìo e dovrebbe, su tutti, accontentare qualsiasi orecchio, al netto di quelli che odiano il genere.
PAT_is_PAT ci prova, ma non sempre ci riesce. Il suo stile accontenta coloro che amano una musica sostanzialmente dolce, delicata e rilassata, con arpeggi e riff effettati, con synth e tastiere che fanno da tappeto sonoro.
I testi raccontano perlopiù situazioni d’amore, nostalgia o presenza di questo “te” spesso chiamato in causa. Manca comunque di un po’ di potere immaginifico, al netto di qualche guizzo (“Il vento che soffia di sera e sposta un altro giorno”).
“Le cose più belle son quelle che durano poco”, volendo citare i Marta Sui Tubi. Niente di più azzeccato in questo caso, dove la canzone più riuscita è proprio quella che dura di meno (“Da qui”) . Le strutture dei pezzi sono un po' ripetitive, magari il genere non richiede chissà quali stravolgimenti, ma se dopo il primo ritornello viene voglia di cambiare traccia allora c’è qualcosa che non va (“Ancora in tempo”, il brano che dà il nome al disco).
Il finale in fade out si poteva evitare (“Livido”) e il tentativo rap è ben riuscito (“Non è la fine”), ma non ci scommetterei più per il futuro, si correrebbe il rischio di essere ripetitivi.
Qualche spiraglio di luce c'è, ma bisogna prendere le poche cose buone riuscite, conservarle, e lavorare su tutto quanto c'è di sbagliato.
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La recensione Ancora in tempo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-14 00:00:00
COMMENTI (1)
grazie mille Antonello!!!