Salutiamo con favore l’ottimo stato di salute in cui versa l’italico panorama musicale di estrazione anglofila.
All’interno del macrocosmo denominato “Musica” - ma direi che ciò accade in tutti i campi dello scibile umano - la differenza che marca nettamente gli emuli da chi ha perfetta coscienza di sé e del proprio ruolo, non è sempre chiara ai più. Una delle principali ragioni di ciò, consiste nel fatto che i primi sanno mimetizzarsi molto bene. E se, tra questi, taluni gigioneggiano e si lasciano tollerare, talaltri paraculeggiano un po’ troppo e si fanno sgamare. Ovviamente questo non è il caso dei cagliaritani The Wheels, trio nato nel 2011 per iniziativa di Francesco Tocco (voce, chitarre, tastiere e batteria), Mauro Ramon (chitarre) e Roberto Farci (basso).
Forti di un’attività live che li ha visti, come importante approdo, partecipare al prestigioso IPO Festival di Liverpool e con all’attivo un Ep prodotto nel 2013, “Here and Nowhere”, anch’esso uscito per My Place Record e prodotto da Gabriele Boi (ex Mojomatics, Rippers), tornano sulle scene agli sgoccioli di questo 2014 con cinque pezzi che confermano ulteriormente lo stato di grazia dei tre isolani. Ballate per cuori persi nella nebbia, balsamo per le orecchie di ogni amante di Keane, Stereophonics, Embrace e di tutti quegli esponenti del versante più edulcorato del Britpop che vide il proprio apogeo nella seconda metà degli anni ’90.
Tocco e soci hanno introiettato la lezione alla perfezione, mandato a memoria gli episodi salienti ed ora ci ripropongono una loro personale e convincente versione dei fatti che spazia dall’elettrica “Anyway” , per proseguire con la più introspettiva ed ammaliante “Real Real Condition” che ricorda gli Arctic Monkeys meno fibrillanti. “Carry On” è l’anello di congiunzione tra Beatles e Coldplay, mentre “Ego” potrebbe essere la ballad che ogni band che si prefigge di coniare la “perfect pop song” dovrebbe avere in carniere. Salutiamo con favore l’ottimo stato di salute in cui versa l’italico panorama musicale di estrazione anglofila e, tenendo sempre a mente la sostanziale differenza che enucleavamo nell’incipit di codesta recensione, occhi aperti!
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La recensione Self Portrait di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-12-15 00:00:00
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