Welcome Back Sailors Tourismo 2014 - Psichedelia

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Come acciuffare il presente e dare un contributo non banale alla discussione

L’Italia musicale avrà compiuto il suo destino quando diventerà finalmente termine di paragone e smetterà di considerarsi uno dei gradini più bassi della scala del successo. Come se fosse necessario il permesso del mondo per ottenere un invito al gran ballo del pop. Ciò che è importante semmai è acciuffare il presente. Poter dare un contributo non banale alla discussione. Come fanno i Welcome Back Sailors, tra i nomi più giusti di un 2014 che si è rivelato di alto livello nell’ambito elettronico nazionale.

“Tourismo” è un bell’album danzereccio e orecchiabile. Scintillante nella scelta dei suoni che regalano movimento a brani con un feeling più discreto e ombroso di quanto non emerga a un ascolto distratto. La lezione di stile d’altronde è la stessa che scandisce la storia scritta da artisti che in tempi diversi hanno riscritto i canoni di synthpop e chillwave. “Best Friend” ha un crescendo brillante che chiama in causa Washed Out e Toro Y Moi. L’arrangiamento è perentorio: il basso rimbalza e slappa su una grancassa insistita, mentre dalle retrovie una voce parte piano, come una preghiera che nessuno deve sentire, e poi si arrampica tra le note per finire in cima a un brano trascinante.

“Faces” è più sbarazzina, come un venerdì sera che ti porta subito a una distanza di sicurezza di mille anni luce dal resto della settimana. Piace perché è costruita con una classe e una pulizia che sembravano appartenere soltanto a Anthony Gonzalez/M83 e a pochi altri. È dance rallentata che si aggrappa al gancio di un sintetizzatore irresistibile e a un discorso vocale che - pur riconoscendosi nel concetto di canzone - riesce a camuffarsi in un unico flusso che avanza senza tornare sui suoi passi. “Falling” ha un fascino più vicino ad alcune robe easy del catalogo Duemila di Morr Music, come il The Go Find di “Stars On The Wall”: meno effetti speciali e più atmosfera, sia pure all’interno di un pezzo dal beat comunque in primo piano. “Something Great” sfoggia a un certo punto una tastiera così eurodance che non può non scatenare amarcord. Sembra quasi un divertissement e forse anche una piccola celebrazione di una stagione un po’ frivola - quella dei Black Box, per intendersi - che ebbe il fegato di opporsi col sorriso ai fuori di testa dei rave in arrivo di lì a poco.

I Welcome Back Sailors con "Tourismo" si inseriscono bene in un filone che piazza l’Italia nelle primissime file della scena europea. Rispetto al passato sono più a loro agio con l’elettronica. Esiste peraltro ancora del margine di miglioramento per questi due ragazzi pieni di idee ed entusiasmo. C’è di che esserne lieti.

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La recensione Tourismo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-05 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • ghitax 9 anni fa Rispondi

    Bello, mi sembra di ascoltare Nocturne dei Wild Nothing, incredibile che siano italiani, allora c'è ancora speranza... peccato per i testi in inglese, sarei curioso di sentire l'effetto con testi italiani...