La generazione X non si è mai estinta e gli Hank sono qui a dimostrarcelo.
“L’aria è tesa“ è il full lenght d’esordio dei campani Hank, ma non ingannatevi, non si tratta di un punto di inizio, ma di un approdo importante dopo una storia decennale che ha visto la band cambiare più volte formazione ed in un certo modo lottare per sopravvivere.
Il titolo dell’album è significativo della proposta musicale della band. La tensione pervade in modo uniforme tutte le tracce, una tensione rabbiosa che estrinseca un disagio personale ed oserei dire sociale. La copertina richiama una iconografia un po’ Minor Threat ed un po’ Bad Religion, laddove il singolo individuo è alienato. Alienato in quanto è la realtà intorno a lui ad essere alienante e sbagliata. La musica diventa il medium per sfogare ciò che si ha dentro, una protezione da ciò che ci circonda, una medicina per se stessi.
La proposta musicale è un insieme coerente di grunge, garage e hardcore melodico, con il trio che oscilla tra spinte cavalcate “Un’altra faccia”, “Nella città dei folli” e melodie più accattivanti “Tutto sa di umido”, “Canzone di febbraio”. La title track emerge tra i brani come uno dei più riusciti con ottimi stacchi ritmici e tellurici riff di chitarra. “Lame” si pone su di un livello più alto di distorsione per poi evolversi in un outro contrappuntato con una voce dreamy, la conclusiva “L’immagine perfetta” fa rotta verso un sound made in Epitaph.
Se siete in cerca di qualcosa di musicalmente innovativo gli Hank non fanno per voi, le composizioni certo non si distinguono per originalità sebbene l’esecuzione e la qualità della registrazione siano ineccepibili. Se invece addentrarvi in territori musicalmente già battuti da tanti altri non è cosa che vi scoraggia allora avrete pane per i vostri denti.
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La recensione L'aria è tesa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-02 00:00:00
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