Mauro Mariotti Albume 2014 - Cantautoriale, Rock, Acustico

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Autarchico ed essenziale, Mauro Mariotti è un rocker istintivo che ama staccare la spina.

Uscire dal gruppo come terapia. Per scoprire che a isolarsi non c’è nulla di male. Mauro Mariotti firma il primo disco da solista riprendendo tra le mani alcune vecchie cose scritte nel corso degli anni, quando le certezze della band offrivano un rifugio caldo e accogliente. “Albume” è quasi uno sfogo, una catarsi che il musicista di Senigallia affronta con modalità da rocker istintivo e autarchico. Mariotti fa tutto da solo: abbraccia le chitarre, gioca con il sax e con il theremin. E poi canta. Ibridando Francesco Sarcina e Aldo Tagliapietra, con il pensiero fisso in direzione di Robert Plant e Neil Young.

Voce come punto di forza e di debolezza, a volte fragile, altre evocativa e straniante. Che si insinua tra suoni distorti e rumorosi, virati verso l’hard e il noise, alla ricerca continua di quelle “melodie contorte” che da queste parti abbondano. Anche quando la spina si stacca ed escono fuori piccole gemme in odore di Led Zeppelin acustici e persino la cover di “Bellezza” dei Marlene Kuntz. Il tutto all’interno di una produzione e di arrangiamenti tendenti all’essenzialità – e si tratta senz’altro di una scelta artistica – che nulla tolgono alle buone potenzialità dell’artista marchigiano. Anche se non tutto sembra essere messo a fuoco: “S.i.r.e.” e “Voraus” suonano più che altro come delle bozze, e non solo per la mancanza dei testi. E poi, siamo proprio sicuri che questa manciata di canzoni, minimali e quasi spoglie, con tutti i limiti del caso, non avrebbero una resa migliore con l’aiuto di una band fatta su misura e dalla quale non fuggire via?

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La recensione Albume di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-15 00:00:00

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