Misty MorningGA​.​GA​.​R​.​IN. - Galactic Gateways for Reborn Intellects2014 - Psichedelia, Progressive, Hard Rock

GA​.​GA​.​R​.​IN. - Galactic Gateways for Reborn Intellectsprecedenteprecedente

Tra metal, progressive e psichedelia, un buon esordio su lunga distanza.

Esordio sulla lunga distanza per i romani Misty Morning, che peraltro hanno in carnet due ep usciti per l’inglese Doomanoid Records. “Galactic Gateways for Reborn Intellects” è un album che, pur non essendo un concept, tratta i temi della comunicazione e del rapporto dell’uomo con la tecnologia e con l’universo che lo circonda secondo gli stilemi della fantascienza classica, come è evidente dal bellissimo artwork del progetto, dall’acronimo cui danno vita le iniziali delle parole del titolo (Gagarin è stato il primo uomo a volare nello spazio), dal riferimento a Godzilla (“Doomzilla”), alla morte di Edgar Allan Poe, misteriosa come un suo racconto (“Baltimore, 1849”).

Musicalmente, i Misty Morning sono una band che parte evidentemente dal metal classico. Ma non è solo questo: come sempre più spesso, da decenni, accade in ambito metal, sono tante le aperture a mondi sonori distanti. In particolare sono evidenti la propensione per il progressive e il classic hard rock, già dall’impostazione della voce, che si muove tra un cantato “growl” e il lirismo quasi operistico tipico di Jimmy Spitaleri delle Metamorfosi. Chissà se i ragazzi dei Misty Morning lo conoscono! Potrebbe anche essere, visto che sono entrambi romani. Altrove spicca l’influenza di band come Black Sabbath o Black Widow e delle colonne sonore dei thriller “occultistici” italiani degli anni 70 (Goblin, ma anche Morricone), come in “Black Monk Lives”. Anche la cover di un brano apparentemente distante dal sound dei Misty Morning come “Ballo in Fa# minore” di Angelo Branduardi testimonia la grande apertura mentale della band.

I brani non sono monolitici, nonostante in tre occasioni si superino gli otto minuti: personalmente uno dei miei momenti preferiti del disco è la grande e inaspettata apertura sonora, dal sapore di hard psychedelia anni 70, che giunge a circa sette minuti dall’inizio di “Ballo in Fa# minore”. Altro momento topico, la breve “Sonnet”, che si muove tra Jethro Tull e Pentangle. Un divertissement, a mio avviso, la versione in giapponese di “Doomzilla”.

Non un capolavoro: a mio avviso manca il pezzo memorabile. Ma un ottimo punto di partenza sì, vista la quantità delle suggestioni messe in campo. Buon lavoro.

---
La recensione GA​.​GA​.​R​.​IN. - Galactic Gateways for Reborn Intellects di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-06 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia