Gli Yoko Syndrome si sono accasati a Bruxelles, nel centro di quella burocrazia bancaria che sta cercando di arricchire (o impoverire, dipende dai punti di vista) il vecchio continente. Tra quelle lande, al di là di qualsiasi giudizio si possa esprimere sulle tanto discusse politiche economiche comunitarie, i ragazzi si son trovati bene e questo è l’importante: il pubblico e i media locali seguono con attenzione le loro evoluzioni, tanto che i ragazzi sembrano aver messo radici profonde all’interno della locale scena indie.
In Italia, gli Yoko Syndrome hanno rotto il ghiaccio pubblicando, a fine 2014, il singolo “Going home”, ora ecco la prova sulla lunga distanza, in pratica una conferma di quel poco che si era intuito all’incirca un paio di mesi or sono. Perché “Night like these” è fedeltà elettrica e immaginario elettronico, è tentativo di lasciare spazio alle (legittime) tentazioni pop e di cercare fortuna dalle parti dell’FM Rock. Un suono senza ombra di dubbio derivativo, vicino ai Subsonica o agli U2 di “Pop”, sentito e ascoltato fino alla sfinimento. Già, il peccato originale degli Yoko Syndrome consiste nel non aggiungere nulla di personale alla propria cifra stilistica (se si esclude il forte accento scouse del vocalist Steve Lightfood…). Poi, d’accordo, “Night like these” può galleggiare attorno alla sufficienza e considerarsi quantomeno dignitoso, però, la prossima volta è lecito aspettarsi che l’asticella si alzi almeno un po’.
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