Thomas.theBand Fin 2014 - Rock, Psichedelia, Funk

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Un viaggio tra i generi

Tempo di due tracce e salta subito all’orecchio la caratteristica fondamentale di questa band piemontese: la determinazione a non voler rientrare in una catalogazione precisa. Le canzoni saltano tra i generi con estrema facilità; si passa dalla dance di “Universe is me” all’hard and heavy con un’impronta glam di “Masturbation”, che suona a metà tra i Led Zeppelin e i Van Houtens. E ancora, dal funk anni 80 di “Nine o’ clock” alla strumentale etnico-tribale di “Miracolo italiano”, al finale astratto e psichedelico di “When Mr Thomas met Santhe”. C’è un po’ di tutto in questo calderone, i Thomas spingono la loro musica dove gli pare e piace toccando ogni punto potenzialmente raggiungibile, e riuscendo allo stesso tempo a dare un’impronta precisa al disco.

A sporcare il lavoro è probabilmente l’eccessiva presenza di brani lenti, che non convincono quanto quelli più movimentati e danzerecci. L’album parte con un’accelerazione strepitosa, che purtroppo però si spegne per tutta la parte centrale. Qui entra in gioco anche la costruzione della scaletta non perfetta, che appunto non si preoccupa di spezzare il lato calmo con appena un paio di strumentali, limitandosi ad ammucchiare le tracce più forti ai lati. Non che le ballad non siano interessanti singolarmente (“A New Ending” è squisita), sono solo presenti in proporzione eccessiva e troppo addensata; insomma, ci sarebbe piaciuto assaporare un pizzico di Thomas caciaroni in più.

Il risultato è comunque più che posivo. “Fin” è un album variegato, che punta in tante direzioni diverse e che merita certamente un ascolto, il quale vale più di ogni riduttiva classificazione.

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La recensione Fin di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-23 23:59:00

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