Progetto ambizioso l'ennesimo lavoro di Domenico Caliri, navigato jazzista di origine siciliana, da tanti anni presente sulla scena jazz del belpaese. "Camera Lirica" è a sua volta un progetto musicale che risiede nella testa di Domenico già da qualche anno e che prende corpo per l'etichetta veneziana Caligola alla fine del 2014, ed è anche il nome un ensemble agguerrito, che mette a punto sonorità che partono da stilemi jazz per approdare, quasi naturalmente, su lidi tutt'altro che convenzionali come certa musica contemporanea e con tendenze rock, alla Zappa, per intenderci.
Entrando nel merito dell'album, Domenico Caliri (chitarrista elettrico qui principalmente alla direzione dell'orchestra) recita la parte degnissima di deus ex machina, davanti a un collettivo di invasati pronti a macinare kilometri di suoni, e con un orchestrazione davvero imponente: sassofoni che sbucano fuori come impazziti ad ogni idea musicale e costruzione sonora, quello di Piero Bittolo, di Guido Bombardieri, di Francesco Bigoni e di Beppe Scardino, e poi oboe, basso tuba, violoncello, bassi, xilofoni, batterie, chitarre e keyboards; Domenico Caliri li chiama tredici colori, ovvero tredici musicisti che miscelano con passione aspettative e linguaggi.
L'approccio all'ascolto non è per niente easy e rischia seriamente di allarmare i vostri cuori ("Mouse" per provare), ma prendendo seriamente la questione e ascoltando le tracce con un profilo prettamante antiideologico, l'ascolto può diventare piacevole.
Ci vuole impegno e dedizione, amore incondizionato per Frank Zappa (vedi le quattro tracce di "Baccanale"), oppure semplicemente attenzione per un certo free jazz evergreen, oppure per Igor Stravinskij; tanta roba dentro un progetto davvero plateale, che suona quasi avanguardista, direbbe qualcuno, ma che merita di essere sviscerato e compreso, sempre che lo ascoltatore abbia voglia di volare alto.
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