Chitarre country, accenni hip-hop, rhodes e vocoder alla Daft Punk racchiusi in un contenitore sonoro dall'anima lo-fi
Ci vorranno degli ascolti in più, ma è proprio questo il bello perché, sebbene ci metta un po' per farsi comprendere, "Loving With the Napalm" è un ep per cui vale la pena mettersi sotto ad ascoltare. Al primo impatto potrà lasciarvi un po' perplessi, ma si sa, se fosse il contrario, probabilmente a fine giornata non ve lo ricordereste. Una volta conosciuto meglio, può entrare in testa peggio del tormentone che ascolti in radio mentre sei a lavoro tutte le mattine; l'unica differenza è che quest'album, con i suoi suoni freddi pregni di motivetti costituiti da melodie quasi sperimentali, con accenni hip hop, vocoder alla Daft Punk, rhodes e chitarre dai toni country, lo amerai indubbiamente senza stancarti mai d'ascoltarlo.
In questo lavoro viene perfettamente enfatizzata l'anima dei prodotti lo-fi: l'arte di produrre un lavoro professionale usufruendo di suoni sporchi e poveri che ci indirizzano verso molteplici variazioni di genere, in particolar modo, già a partire da "Reykjaviv" e - dopo una breve deviazione influenzata da un maggiore utilizzo di suoni sintetici ("Jesus Multeplie Wonderbra")- con la ballata "Raining in the Woods", si svelano tendenze country che saranno successivamente sempre più decorate da batterie sintetizzate e filtrate (così come le voci, prima secche, poi impregnate di riverbero) che riconducono questa amalgama di suoni ai primi Gorillaz. "Crocodile", infine, riluce di un tocco lounge, senza scadere in motivetti da aperitivo. Beard! Beard! è un'anima amante degli esperimenti sonori; con toni malinconici sostenuti da una batteria distorta, ossessiva, ma efficace, ci riporta ai suoni di partenza tracciando per questo disco un percorso circolare senza interruzioni.
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La recensione Loving With The Napalm di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-30 09:00:00
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