Un’ininterrotta, terrificante sequenza di loop per un lavoro che sa di ambient ma non rilassa mai i nervi, portatore di inquietudine elettronica e ritmiche oscure. I Loozoo, al secondo album seppur attivi da quasi vent’anni, prendono la parti più tese e dense della materia synth per rendere l’aria pesante, per dilatare le paure, per celebrare un’ossessione con brani dall’esteso minutaggio e riccamente conditi di suggestioni ipnotiche.
“Godrano” attinge a piene mani nel gothic modulando la voce a mo’ di indiavolata possessione, “Pecore e Storm” trasforma lentamente lo scampanio di un gregge in tappeto sonoro, “Reprise” accetta sfide industrial tirando fuori sperimentali spigolature: un disco di sintetiche cupezze e idiosincrasie elettriche, per nutrire ansie e stimolare timori in nome della technoavant-garde.
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