Un ep onesto che però si autolimita e fatica a sorprendere
Suonare post-rock nel 2015 significa correre volontariamente dei rischi. Ci si trova a un bivio: o rivisiti lo stile creando qualcosa di sorprendente oppure ti addentri nelle vie già battute dai tuoi predecessori, grandi o piccoli che siano, facendo scaturire l’esclamazione “Ah, un altro album post-rock”.
Purtroppo l’ep di Ai Margini Della Città risponde a questa seconda opzione. Non che sia fatto male, ma non lascia il segno. Ogni traccia risponde ai canoni del genere, tutto è suonato alla perfezione, la qualità della registrazione è tutto sommato buona, ma a livello compositivo è come se le tracce fossero statiche e bidimensionali.
“Der Blauer Reiter” è il pezzo che spicca in assoluto all’interno della tracklist; con il suo intro onirico e che sfocia in un bellissimo crescendo di chitarre e aperture che ricorda “Mogwai Fear Satan”.
Sì, il senso di queste tracce avrebbe dovuto trovare linfa vitale da “Young Team” e creare movimento, colpi di scena, far domandare agli ascoltatori “… e poi cosa succede?”; ma stiamo parlando dell’esordio dei Mogwai, non pretendiamo di arrivare a tanto.
Insomma, quello che è mancato per creare un ep di un certo livello è stata una bella dose di coraggio in più e di sperimentazione: è come se non si fosse mai andati oltre la terza in autostrada e il solo immaginare di azzardare un sorpasso non è stato nemmeno contemplato.
Definiamo questo ep un punto di partenza per alzare ancor di più l’asticella di questo salto in alto e superarla con un ulteriore tentativo decisamente più coraggioso e sorprendente.
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La recensione Ai Margini Della Città di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-11 00:00:00
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