La parola, per un gruppo che professa di voler cancellare il pudore dell’ascoltatore, non è utile. È necessaria.
“L’accendino” dei Potaporco è un disco che non infiamma. Quattordici tracce irriverenti e, a tratti, divertenti che filtrano una coscienza street punk. Una volta valicata la barriera eretta dall’ebbro cantato, ci si imbatte in un lavoro piacevole, ma che lascia comunque insoddisfatti. “Svetlana” e “In Vacanza”, figlie degli Ex Otago, sono i brani più curati e patinati. Scanzonate e guascone con sonorità balneari e timing anni ’60. Si passa, poi, allo ska di “Prurito Intimo” e “La Cappella” che non spiccano per raffinatezza, ma per interventi di tromba ben studiati. Il bon ton non è certo una peculiarità della band bresciana. Basti ascoltare la cantilena oi! “Scemo di M.”, saltellante e folle come certe produzioni dei Toy Dolls e Skiantos. Non mancano anche degli esperimenti con la lingua inglese, vedi “Hope”. Esperimento da non ripetere per sgradevolezza. Interessante, invece, l’innesto di un brano come “No Vamos”. Una colonna sonora spaghetti western rovinata, però, da un testo insipido ed uno stornellato eccessivamente parodistico. Il difetto principale de “L’accendino” è la scarsa ricerca tematica e testuale. La parola, per un gruppo che professa di voler cancellare il pudore dell’ascoltatore, non è utile. È necessaria.
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La recensione L'accendino di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-14 00:00:00
COMMENTI (1)
Brai gnari ;)