Siamo a Cittadella, qualche chilometro a nord di Padova e a est di Vicenza. Fosse una persona reale, Mrs. Ingram sarebbe in pratica la vicina di casa di Elli de Mon: anche se non è una onegirlband, non c'è la stessa devastante esplosività, la base è probabilmente la stessa, ovvero tanta voglia di divertire e far ballare.
Il disco incomincia nel segno di un rock con influenze funky ("You Won't Keep Me Home") andando a stabilizzarsi poi in un pop rock di facile ascolto. A tratti sembra pure di sentire le Bananarama di "Venus", tanto per fare l'esempio più banale dell'universo. Non manca qualche vago richiamo al progressive, c'è qualche tocco di elettronica qua e là, della dance ("Vanity Kills"), e c'è spazio pure per il pezzo lento, acustico, la ballata per i teenager innamorati insomma ("Fist Against Your Love"). L'arrangiamento vocale è impreziosito dai numerosi cori (a volte francamente troppi), che arrivano involontariamente a trasmettere un senso di insicurezza nella voce di Alice De Rossi, che forse trarrebbe più vantaggio dall'esaltazione della sua voce pulita.
In fondo il disco è orecchiabile, non ambisce certo a diventare una pietra miliare e lascia intravedere pure degli scorci interessanti, ma sembra essere arrivato in ritardo di almeno una decina d'anni, ed è forse per questo che non persuade appieno. Il giudice di un talent show probabilmente direbbe che il gruppo ha dalla sua la giovanissima età, e che da qui in avanti non potrà fare altro che migliorare.
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