Psichedelia casereccia e funk spaziale circondano e compongono l’orbita di questa innominata band, o Nessuno come dicono di chiamarsi. L’ intento programmatico del lavoro che ci presentano, “Il mondo di fuori”, è narrare un”odissea siderale in 6 parti alla ricerca di un qualche equilibrio interiore”, come recita la didascalia dell’ interno copertina.
Dubito che abbiano trovato una soluzione musicale adatta a scovare un qualsivoglia equilibrio: il sound è dilatato e sparato senza direzione in emisferi lontani e stralunati, effetto reduce dal peso musicale anni ’80 che emerge dalle note e dalla voce echeggiante con tutto il suo eccesso e i suoi vizi. L’inizio del viaggio tra lo spazio pecca in melodia e vuoti d’aria, mentre il funk pieno di “Sulla luna” è decisamente più convincente nelle sue rarefazioni armoniche e nella buona sovrapposizione ritmica, che lo fa facilmente associare a una probabile sigla da cartone animato. Il collage che esibiscono spazia dal repertorio pop italiano fine ’80 inizio ’90, ruba un po’ dal fontanone variegato dell’elettronica, gioca con le tastiere e ne sfrutta tutte le possibili espansioni tecniche. “ Solo” salta all’occhio come un satellite a sé stante: ritirate fuori i giubbini neri impellati con le spalline e preparatevi al ballo su Marte perché Scialpi è tornato tra noi col suo inconfondibile stile vocale tirato/esteso, e la voce del cantante dei Nessuno ce lo ripropone come un ospite a sorpresa. Ingannevole è l’intro delle canzoni dei Nessuno più di ogni cosa: addirittura in “Sulla luna” gli accordi accennano Pink Floyd e partono line bass promettenti, un po’ di space rock prova a far decollare il sound con tracce di new wave meccanica ma il tutto si perde rotolante come una meteora senza fare il grande botto all’altezza degli sforzi. Piacevole nell’insieme soprattutto l’idea del concept album, che bilancia il discorso musicale da più lati e riesce a sedimentare bene o male sempre qualche contenuto nell’ascoltare. Tutt’altro che aulici nello stile, non propriamente dentro il pop, s’inseriscono da un lato in un filone tutto loro: l’oltre della canzone melodica viene superato grazie agli effetti e alle espansioni sonore che arricchiscono il loro sound di caratterizzazioni visive e teatrali. Forse, dopo tanto girovagare per lo spazio anche i dischi volanti hanno bisogno di rimettere i piedi a terra per affinare e perfezionare i propri marchingegni. Chissà, magari anche riverniciare il nome scritto sulla lamiera : perdonate la franchezza amici Nessuno, ma credo che non giovi svuotarvi anche del nome…o soffrite di un pirandellismo incurabile? Vorrei vedere voi ad annunciare su un palco una band chiamata Niente…o Tutti se preferite…
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La recensione Il mondo di fuori di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-04 00:00:00
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