Come spingere alla deriva la mente, ma farlo con grande eleganza.
Duo che mescola strumenti e macchine per creare ambienti minimali di elettronica, per spingere alla deriva la mente ma con grande eleganza. “Useless” è una questione irrisolta tra toni di grigio, dove i tasti del piano sembrano parole e la chitarra e il basso spezzano frasi con le loro ragioni, discorsi seri, “Some Fish Species” s’abbandona un poco agli effetti per muovere passi, ma restano passi piccoli, notturni, lungo i muri. “Circles” lascia scoprire la voce di Massimo Giangrande, protagonista anche in “Hands in the Snow”, una voce che fa di leggerezza, sussurro ed enfasi i suoi cardini emozionali: gli ultimi due brani sono decisamente più ricchi, densi di sfumature diverse, l’uno che spinge sul versante melodico e l’altro sul sintetico.
“Disappear” è un buon lavoro anche se un po’ freddo e distaccato, ma credo sia proprio il suo carattere: come quelle persone che ti abbracciano con gli occhi, senza toccarti, ché non è nel loro stile. Come spingere alla deriva la mente, ma farlo con grande eleganza.
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La recensione Disappear di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-14 00:00:00
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