Blues secco, granitico, che non lascia spazio ai barocchismi
Tecnica, flow e tiro, non si può chiedere altro ad una band cinicamente blues-rock come The Blue Lads, trio milanese con le idee chiare e la cresta bella alta. "Hero" è il loro ep d'esordio e punta dritto come un caccia alle corde malinconiche e rabbiose di chi ascolta, usando una pulizia di suono eccellente e una così scarsa propensione ai fronzoli che fa davvero invidia.
Bastano le prime note della traccia numero 2 "New Awakening" per capire in che mondo ci stiamo andando a calare, The Jon Spencer Blues Explosion, Heavy Trash, The Cyborgs, il mondo del pantalone nero a sigaretta e il ciuffo d'annata, della distorsione lieve ma spigolosa allo stesso tempo, il potere destinato ad una cosa sola, il riff di chitarra.
Quattro canzoni che passano veloci agganciate ben salde ad un binario d'acciao (il mastering affidato ad Andy Baldwin, già con Coldplay, The Who e Blur è una spinta notevole) che non morirà mai ma che poco ha a che fare con la novità: tutto sta in piedi grazie alla bravura tecnica e all'anima vecchio stampo dei tre musicisti lombardi. Vendiamo l'anima al diavolo come Robert Johnson e con i soldi ricavati aspettiamo di poter acquistare il primo vero e proprio album dei The Blue Lads.
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La recensione Hero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-02 00:00:00
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