Chi segue da tempo la scena musicale pugliese, quella che vede il suo perno nel celebre Sudeststudio, saprà che il disco di debutto solista di Matilde Davoli era una di quelle meraviglie da sempre annunciate, e attese da tempo.
Già membro degli ex Studiodavoli, poi Girl With The Gun e Echopark, Davoli è una delle artiste italiane più talentuose in circolazione: oltre ad avere una voce attraente e sensuale, muschiosa e morbida, è anche un’ottima musicista e produttrice (quest’ultimo è tra l’altro il suo lavoro a tempo pieno). “I’m calling you from my dreams” insomma arriva letteralmente dopo anni di musica suonata e registrata in giro per l’Italia e l’Europa e porta con sé tutta la cura di un lavoro portato avanti con calma e perizia. Suoni cristallini che partono dall’elettropop e virano sul folk, atterrano su atmosfere sospese e psichedeliche che mantengono la tessitura di un lungo sogno, ricordi filtrati attraverso i quali si intravedono facce, storie e luoghi del presente e del passato che si stratificano in un’unica visione. Nel mezzo ci troviamo i Phoenix, Letitia Sadier e gli Stereolab, Toro Y Moi, “Relax” di Umiliani e moltissimo altro: un paesaggio elettronico mai uguale a sé stesso che sintetizza le più diverse influenze, e che trova il suo punto di fuga nello straordinario talento di una musicista che debutta una spanna sopra gran parte degli artisti del nostro paese.
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