Il "canzoniere" di una band alla ricerca di un'identità musicale.
NoiseBusters, gli acchiapparumore, ma poi scopri che il rumore non ha nulla a che fare con la suddetta band. L’inflessione musicale è spiccatamente melodica con la voce e la tastiera a menare le danze. Voce che salta da brani in italiano, meglio, ad altri in inglese, in un contesto di canzoni brevi e semplici, il che potrebbe essere anche un pregio se non ne risultassero pezzi che a volte paiono bozzetti ancora da sviluppare completamente.
Il dono della semplicità però lo possiedono, ”Forget my life” sale tenera e malinconica, “Little memories” è un giro di acustica con sommessa voce narrante. L’electroblues fa capolino nella settima traccia “Caos”, ma dopo un inizio promettente si rimane fermi sulle premesse che poi è il principale difetto dei Noisebusters. Vibrante e con virtuosismi vocali la successiva “Carry me home” e poi si torna al blues rock dell’energica “Back to born again”. “È meglio che vai “ è una curiosa commistione di rock primordiale e suoni sintetici da discoteca e forse il brano più riuscito. “Ancora nel buio”, unico brano di durata extra, non convince tra una melodia troppo scontata ed un finale che dovrebbe alzare il pathos e purtroppo non vi riesce.
Tranne alcuni momenti c’è poca incisività nel sound generale. Le influenze musicali sono diverse e forse una volta meglio amalgamate porteranno con se anche risultati più convincenti.
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La recensione Carry Me Home di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-03 00:00:00
COMMENTI (1)
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