Nico Di Battista The dream 2003 - Jazz, Etnico

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Ascoltando le trame musicali dell’opera di Nico Di Battista sembra davvero di essere cullati dalle onde ritratte nella copertina di “The dream”, navigando per un viaggio che parte dal jazz fino a toccare le sponde della musica brasiliana, del tango e del flamenco. Un’opera dalle diverse anime e ‘tinte’ che accompagna l’ascoltatore in una coinvolgente dimensione onirica sapientemente architettata dai virtuosismi melodici - oltre che tecnici - del chitarrista napoletano, accompagnato dal tocco ritmico di Gianluca Fujano (batteria e percussioni), e dal violinista albanese Rrock Jakaj che - tra le varie attività - è anche il fondatore dell’Optional String Quartet e direttore artistico del gruppo di Solomon Burke.

Seppure questo lavoro rappresenti la prima esperienza discografica intrapresa ‘in prima persona’ dal chitarrista napoletano, il Nostro è un musicista che negli anni ha collaborato con artisti del calibro di James Senese, Tullio De Piscopo, ma anche - giusto per citarne alcuni - con Mina, Murolo e Toquinho. Una caratteristica, questa, che rende ancor più affascinante l’opera è l’uso della DB Guitar, strumento unico al mondo inventato proprio dal musicista partenopero, che permette di eseguire contemporaneamente melodie chitarristiche e linee di basso, in virtù della sua speciale fattura che consiste nella presenza di una 5° e una 6° corda accordate un’ottava più in giù rispetto a quelle di una normale chitarra. Il ‘secondo manico’, inoltre, è privo di tasti - in gergo ‘freetless’- e nel brano “Lolò” emergono tutte le potenzialità e le caratteristiche di questo originale strumento, evidenziate dalla tecnica del ‘thumb & slap’, di cui Nico Di Battista è un indiscusso maestro e sul quale ha anche pubblicato metodo didattico.

La ‘poetica’ d’improvvisazione del chitarrista partenopea è dotata della raffinata capacità di creare ‘discorsi’ musicali magnetici, dove la tecnica non scade mai nella ricerca dell’effetto virtuosistico fine a se stesso. Nel timbro e nell’armonia spesso emerge una sorta di calore mediterraneo che molto probabilmente deriva anche dalla ‘napoletanità‘ dell’artista. “The dream”, quindi, è un’opera nella quale affiorano innumerevoli citazioni: dal tango di sapore piazzolliano al flamenco, passando per l’eco del fraseggio di Al Di Meola e Paco De Lucia, o la passione di Metheny, il tutto reinterpretato in una originale e matura miscela.

Per la prima volta la CNI (storicamente dedicata alla ‘nuova musica popolare’) intraprende le strade del jazz e della musica di fusione d’ascendenza jazzistica, e - bisogna riconoscerlo - lo fa con un artista ed un lavoro di indubbia qualità e fascino.

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La recensione The dream di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-08 00:00:00

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