Un disco ordinato ma con qualche difetto, la scritta "lavori in corso" è ancora ben leggibile.
Un esordio non è mai facile per nessuno, figuriamoci per le band di casa nostra che tentano di imporre al pubblico un sound di stampo internazionale. Non è facile nemmeno per gli Elephants Above Crocodiles, formazione di Finale Emilia che debutta alla fine di questo 2014 con "Native".
Dalle prime note di "Praha" viene immediatamente fuori il grande affiatamento dei quattro e non ultima, la passione per un post-rock tipicamente anni '90. Le atmosfere desertiche e mistiche rapiscono velocemente l'ascoltatore, "Beyond Two Souls" ne è la dimostrazione assoluta. Andando avanti troviamo "Emily Smith" certamente il miglior pezzo del disco, sintesi perfetta dello stile della band con una chitarra meravigliosa e distorsioni molto efficaci. L'unica nota stonata è una lingua inglese assolutamente da migliorare.
Nonostante le buone idee e le trame sottili, il disco presenta dei difetti concreti, a cominciare da un sound parecchio impastato e delle linee vocali che non convincono appieno, se non nella loro ottima carica emotiva. Superata la prima metà del disco infatti, ci troviamo di fronte ad un calo deciso, senza alcun momento in cui i pezzi non appaiano ripetitivi. Inoltre manca molto la verve percepita nei brani iniziali.
Complessivamente, "Native" ne viene fuori senza infamia e senza lode, un prodotto ben concepito e con alcuni spunti davvero interessanti. C'è ancora molto da migliorare, ma la band ha senz'altro una sua identità, particolare non di poco conto. Il perfetto mix di grinta animalesca e di richiami sonori al continente africano, culla di tutto ciò che è primitivo e selvaggio, fa ben sperare per l'avvenire e per le future evoluzioni della band.
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La recensione Native di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-30 00:00:00
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