Un disco che non colpisce davvero
La Puglia sta partorendo realtà musicali che lo stivale intero dovrebbe invidiare. Band emergenti quali Two Left Shoes, ad esempio, hanno fatto parlare di questa meravigliosa terra in termini entusiastici. Nel caso del terzetto di Trani, i Roslyn appunto, non ci è dato scrivere con la stessa foga ed empatia. Con questo disco uscito sul finire del 2014 – una sorta di concept sull’acqua - , prendono a prestito gli stilemi della new wave e del rock italiano tout court, per confezionare dieci brani assolutamente tautologici che scorrono come quell’elemento naturale a loro così caro (l’acqua, appunto), non appagando però, nell’ascoltatore, quella sete di buona musica con la quale ci si predispone all’ascolto. Il problema, con dischi come questo “Gocce”, non è tanto il fatto che “puzzi” di derivativo lontano un miglio. Del resto, chi può permettersi, oggi, di fregiarsi di una sorta di marchio di originalità? E non è neppure che suoni in modo poco organico e sbilanciato (proprio a livello di suoni).
Il problema che riguarda chi si cimenta a sviscerare questo lavoro, è proprio quello di trovarsi di fronte ad una sequela di brani senza mordente, brani che da qualsiasi parte li si prenda, non coagulano emozioni, non scoprono nervi. Nonostante i tre si prodighino oltremodo nel proporci la loro versione dei fatti, l’encefalogramma di ognuno dei pezzi contenuti in questo esordio, risulta inesorabilmente piatto.
Linee vocali sempre uguali - intercambiabili in ogni brano -, arrangiamenti che non costituiscono quasi mai un valore aggiunto ma che anzi, in alcuni casi, peggiorano la resa finale, testi che non evocano, parole che non suscitano, sono tutti elementi che contribuiscono a farci propendere per un inesorabile pollice verso. Unico sussulto degno di menzione, si registra all’altezza della traccia numero nove (“Le fresie”), dove un arrangiamento azzeccato di fiati contrappunta il cantato di Enzo de Gennaro a suggello di un brano che si eleva sopra la media. E dispiace, senza retorica alcuna, dover scrivere recensioni come questa, perché oggi come non mai, le realtà indipendenti del nostro paese necessitano di essere supportate, ma di fronte a cotanto immobilismo emotivo – da parte della scrivente – non si può far finta di nulla.
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La recensione Gocce di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-14 00:00:00
COMMENTI (1)
Però in molti la pensano diversamente...
- "Un disco di indie rock campionato e suonato in divergenze elettroniche pronte a colpire quando meno te lo aspetti ricordando i primi La Crus e mescolando il cantautorato sofferto alle incursioni new wave che si mescolano in modo egregio e dirompente. Tre componenti Enzo de Gennaro alla voce, Nazario Vigilante alla chitarra e alle programmazioni e Eleonora Russo al basso, che danno vita ad una piccola opera racchiudendo esperienze ed energie diverse, intrise di una lirica mai scontata e elegantemente costituita parte integrante di un qualcosa di più grande e ammirevole. Prova superata quindi che parte con il singolo di debutto Nebbie per concludersi con l’elettronica di Bonsai passando per L’Alba, una nuova nascita, una rinascita che dona freschezza sonora al tempo che deve ancora arrivare, avvolgendo il tutto con pioggia colante lacrime in un proseguo di meraviglia Kuntziana." (IndiePerCui indiepercui.altervista.org/…)
- "Gocce" è la tagliente cascata sonora dei Roslyn
Nazario Vigilante, Enzo de Gennaro ed Eleonora Russo sono i Roslyn, interessante band pugliese che ha da poco publicato il cd dal titolo "Gocce". L'anima dell'album è prevalentemente rock e riflette una capacità compositiva graffiante che riesce a colpire nel segno. L'ascoltatore si sente immerso nel mondo Roslyn sin dalla prima nota e ne può apprezzare le melodie di pregiata fattura e le ritmiche sempre rinnovate e incalzanti. Il fatto che il trio di Trani abbia alle spalle più di dieci anni di carriera ed abbia fatto da support-band per i Blonde Redhead denota una certa caparbietà ed una decisa inclinazione artistica verso un certo tipo di musica. Tornando al nuovo disco bisogna sottolineare come i dieci brani di "Gocce" rappresentino dieci tappe di vita e di esperienze diverse e segnino profondamente le diverse sfumature di un elemento vitale come l'acqua. Nello specifico "Nebbie" esordisce con un sottofondo marino per poi abbandonarsi a un muscolare riff di chitarra e a un cantato aggressivo e passionale; si passa poi ad "Acrobati" con un vestito più elettronico e un ritornello deflagrante che si conficca perfettamente nell'equilibrio della canzone. "Estate" parte con una chitarra morbida e conserva quest'atmosfera meno rockeggiante a favore di una melodicità che conferisce al disco un primo momento di relax dalla tensione sonora. "Lexotan" è un brano pieno di interessanti spunti sia dal punto di vista testuale che melodico: il trio ha saputo inanellare espedienti che contribuiscono alla realizzazione di uno dei più bei pezzi del disco. Molto interessante è anche "Evapora" che rispolvera l'attitudine indie-rock e propone un brano monolitico che non si scalfisce ed arriva dritto alle orecchie dell'ascoltatore. "L'alba" è un brano dal sottofondo cupo che rivela una luminosità intensa soprattutto nel testo. Il disco è chiuso da un pezzo tirato dal titolo "Bonsai" che recupera il cantato graffiante e i bei riff di chitarra della prima parte della tracklist. Nazario, Enzo ed Eleonora dimostrano di avere le idee chiare, una grande passione per la musica e le capacità per poter realizzare tutto ciò che hanno in mente. "Gocce" può rappresentare il primo passo di una band che potrà riservare grandi sorprese in futuro perchè sa sintetizzare l'indie-rock con varie sfumature della musica contemporanea." (Antonio Giovanditti - redazione VivaLowCost
vivalowcost.com/recensione-…)