Il Vuoto Elettrico
Virale 2015 - Noise, Indie, Post-Rock

Virale

Non che questo “Virale” sia un brutto disco, sia chiaro, ma non osa quanto potrebbe.

La paura è una sensazione liquida. La paura fa salire l’amaro alla gola. La paura paralizza e rende inebetiti. Ma la paura, declinata in ogni sua forma e sostanza, può essere anche materiale per un concept album tutto incentrato, per l’appunto, su questa atavica emozione. Con “Virale”, Il Vuoto Elettrico giunge al debutto sulla lunga distanza, dieci tracce (se escludiamo la cover di “Emilia Paranoica” dei CCCP) attraversate da una tensione persistente, caratterizzate da un disagio che scava, sino a condurre ad una sorta di deliquio da alienazione.

Scenari disegnati a tinte fosche, a carboncino, bianco e nero, come la salmodiante “Arianna Tace” (“Arianna ama fermarsi sul ciglio della statale, dove ammazzano le prostitute a coltellate, e alla fine ne piange la bellezza”) o “Asso di Spade” (“Pensi a tuo figlio, al tuo divorzio, al tuo cane che ora ti lecca il braccio, quello dove hai infilato la spada con la medicina. E hai solo voglia di morire”). Non è concesso riscatto ai personaggi che animano questo lavoro, soli, davanti alla paura che atterrisce e i muscoli sfondati di cui non hanno il controllo, dei quali non governano gli spasmi. Se poeticamente l’universo raffigurato da Paolo Topa, parole e voce, ha un senso e si tiene grazie anche a suggestioni prese a prestito dal grande romanzo noir americano (ora da James Ellroy ora da Edward Bunker), i modelli di riferimento, sul versante musicale, risultano essere un tantinello meno impavidi e guardano direttamente sul cortile di casa nostra (Massimo Volume, One Dimensional Man, Offlaga Disco Pax).

Non che questo “Virale” sia un brutto disco, sia chiaro, ma non osa quanto potrebbe e finisce per appiattirsi su produzioni che ormai hanno alle spalle un ventennio, per quanto valide ed importanti. Di piacevoli eccezioni a quanto appena detto ce ne sono, è il caso di “Jean”, anthem punk tirato e sguiato come nella miglior tradizione, o “Il tuo Ego, il mio crollo”, epitome di tutta la produzione del quintetto lombardo.

Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.