I Persiana Jones sono forse uno dei pochi gruppi capaci di abbattere confini fra generi diversi senza diventare incoerenti con le proprie scelte musicali. Continua così, in “Brace for impact”, la loro personale mescolanza tra ska e punk, più cupa, forse, rispetto a “Agarra la onda”, anche per la decisa svolta nel costruire i pezzi puntando più sull’asse chitarra-batteria-basso che sulla sezione fiati, sempre presente.
E se i fiati sono diminuiti non è però venuta meno la voglia del gruppo di dire la propria; perciò, guardandosi attorno, i Persiana Jones riescono a costruire come sempre testi al vetriolo, capaci di colpire non poco chi li ascolta. Diventa quindi difficile riuscire a indicare un brano piuttosto che un altro; meglio, forse, indicare le due tracce che si distinguono per altri motivi, come “La nave” che vanta la collaborazione con i Derozer, e la cover di “Livin la vida loca” del bollente Ricky Martin.
Che questo album sia stato più ‘studiato’ rispetto lo dimostra anche il fatto che sia stato registrato dallo stesso tecnico (Darian Rundall) che aveva fornito il suo contributo anche su “Agarra la onda”, e viene messa in evidenza la voglia dei Nostri di migliorarsi a scapito - ma tutto sommato nemmeno troppo - delle più istintive sonorità puramente ‘live’ dei lavori precedenti.
Tutto sommato “Brace for impact” ci riporta i Persiana Jones più violenti e irruenti degli ultimi anni. Preparatevi quindi al (notevole) impatto sonoro una volta schiacciato il tasto ‘play’.
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La recensione Brace for impact di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-10-17 00:00:00
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