Un gruppo che sa fare bene molte cose: reggae, hip hop, r&b, dancehall. E se prima o poi dovrà scegliere quale strada prendere, se la caverà comunque alla grande
Ci sono gruppi che sanno fare molte cose. Gli Earth Beat Movement sono uno di questi. Hanno delle belle basi, dei suoni curati, una cantante con una ottima personalità. Che sa spaziare dal rap/r&b in italiano, stile Irene La Medica, al reggae a metà tra roots e moderno che va per la maggiore in questo momento. Contaminandolo, se è il caso, con un po' di hip hop e di dub. Tutto fatto bene. Con picchi di eccellenza, come le strofe rappate di "Sono io" e, sul fronte opposto, un'accoppiata di singoli roots davvero azzeccata come "No diggity" e - specialmente - "Reggae music".
Sembra peraltro che ci sia una logica in questa eterogeneità del disco, perché i pezzi di atmosfera simile sono raggruppati a due o tre, o al massimo hanno un brano in mezzo: il blocco roots di cui si è appena detto (con l'aggiunta di "Lovely smile"), il blocco più dancehall di "Get a sense" e "Make a place", il blocco rap di "Sono io", "Parlano di me", "Devi dire sì".
Ne rimangono un po' fuori (oltre ai dub) "Istinto", brano roots in italiano cui il featuring del veterano Toni Moretto dà un carattere più anni Novanta, e la ballata semiacustica "Right road": entrambi i pezzi condividono comunque una certa linea intimista.
Insomma, la carne al fuoco è tanta, e sembra pure di ottima qualità. L'unico dubbio che può sorgere nella testa dell'ascoltatore smaliziato è se l'accostamento (perché più di accostamento che di miscela si tratta) di sapori abbastanza diversi tra loro non possa alla lunga dare qualche problema. Per intenderci: prendiamo due singoli agli antipodi ma molto riusciti, ascoltati singolarmente, come "Reggae music" e "Devi dire sì". Si rivolgono a due palati completamente diversi, che non è assolutamente scontato che gradiscano l'altra portata che gli viene servita. Siamo così sicuri, nello specifico, che un fan dell'hip hop che amerebbe le rime e la base incalzante di "Devi dire sì" sarebbe altrettanto conquistato dalla melodia suadente e ondeggiante di "Reggae music"? O che un purista del reggae non storcerebbe il naso di fronte ai numerosi ammiccamenti dei brani in italiano di "Right road" (con l'eccezione, ovviamente di "Istinto")?
Domande che tutto vogliono essere fuorché retoriche, e a cui magari gli Earth Beat Movement hanno già una risposta, avendo - sicuramente più di chi scrive - il polso del loro pubblico. Fatto sta che alla lunga la band potrebbe trovarsi ad un bivio tra le due (o tre) strade che ha intrapreso contemporaneamente con questo disco. Ma niente paura: l'impressione, all'ascolto, è che qualsiasi delle vie scelga, possa comunque fare molta strada.
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La recensione Right Road di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-01-21 09:00:00
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