Un artista che fa del non-sense e di tematiche talmente comuni (e autoreferenziali) che alla fine risulta difficile non riconoscersi
Bisogna essere sicuramente ben predisposti nel momento in cui ci si appresta ad ascoltare la musica de Il Dero, pronti ad abbandonare qualsiasi preconcetto. Un “Impatto dero” che lascia poche possibilità, o lo si apprezza o non se ne comprende il senso.
E proprio del non sense questo artista cerca di farsi carico, o meglio, è con questo che prova a farsi scudo rispetto a varie obiezioni che gli si potrebbero fare.
La prima su tutte è quella di rifare palesemente il verso a Elio e le storie tese, un esempio di tutto rispetto ma assai difficile da eguagliare se non si sa bene cosa si vuole fare e dove si vuole andare. Il Dero, senza togliere onori a nessuno, sembra più pronto a sistemarsi davanti una telecamera della Melevisione o di un programma di cabaret. Non basta “posporre un decimale” per essere definito cantautore, ma per fortuna qui si è di fronte a un artista “non arrogante” che forse in verità conosce bene i suoi limiti e gioca a cullarvisi dentro.
Non c’è dubbio che Il Dero strappi un sorriso anche in virtù dei suoi testi che più volte si basano su luoghi comuni e tematiche così autoreferenziali che alla fine è impossibile non riconoscersi.
La traccia più simpatica è sicuramente "Shopping", un baluardo per i fidanzati in crisi di accompagnamento, spaurito dalle code alla cassa o dalle file fuori dai negozi. Una vera tragedia soprattutto quando il bancomat ti dice addio e pago io.
Canzone d’amore viene definita "Cara Agata", visionaria e forse una dichiarazione d’intenti all’ascoltatore: non te ne prendere a male se non c’è una traccia di filo conduttore in questa mia lettera d’amore.
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La recensione Impatto Dero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-10 00:00:00
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