Esordio di spessore per questa band abruzzese "heavy pop"
Loro si autodefiniscono heavy pop, e seppure possa sembrare un tantino presuntuoso inventarsi il nome del genere, non sembra calzare affatto male sentendo questo disco omonimo degli UMMO. Prendiamo per buono questo heavy pop allora, e ci permettiamo pure di aggiungere in calce la dicitura con spiccata attitudine alle tastiere new wave.
Continuiamo col dire anche che il disco è piacevole, orecchiabile, ben strutturato, arrangiato davvero come si deve e registrato molto, molto bene. Il suono è pieno, convincente fin da subito, sia quando si limita a ritornelli easy-listening sia quando si concede ad improvvisi e frequenti cambi di tempo e di ritmo. Il cantato è quasi sempre melodico e spesso viene arricchito da cori e saliscendi vocali, un qualcosa che abita a metà strada tra i Negramaro e i Decibel, per intenderci. Sicuramente più orecchiabili le prime tracce, il disco inizia ad arrampicarsi un po' troppo su se stesso nelle canzoni finali, probabilmente per evitare di scadere nel banale, ma talvolta esagerando e finendo col disorientarsi (e disorientare).
C'è da dire che la grande esplosività che cattura con prepotenza l'attenzione appena premuto play, inizia leggermente a scemare già dopo pochi ascolti, forse a causa della generale uniformità dei brani, che se da una parte ha il pregio di rendere il disco compatto e coerente, dall'altra rischia di far perdere di affezione sulla lunga distanza. Questo giusto per segnalare dove ancora deve migliorare la band abruzzese, che è riuscita, è bene rimarcarlo, a presentare un gran bel prodotto tenendo soprattutto conto che è un disco d'esordio. Se reggeranno alla prova del tempo siamo curiosi di scoprirlo, ma intanto ci godiamo questo debutto ricchissimo di promesse.
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La recensione UMMO di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-06-02 00:00:00
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