Un ritorno alle origini e un ritratto di una generazione divorata dall'edonismo, una new wave potente e delicata allo stesso tempo.
"La stagione animale" è una sorta di viaggio interiore ed esteriore all’indietro, dove i passi mossi servono a tornare alle origini, agli istinti più nascosti e bestiali. "La stagione animale" è anche la diapositiva di una generazione divorata dall’edonismo, dall’incapacità di andare oltre la superficie delle cose e delle persone, dall’apparenza. Basta immergersi fin da subito in “Emma Chiara e Clara”, il ritratto di tre vergini suicide che prende vita su ritmi serrati e chitarre decise o nelle disillusioni di “Ingrid”, dove il basso sfrenato fa da portante ad un synth new wave, o ancora in “Adolescenza”, più cupa ed introspettiva, felpata fino a scaricare tutte le energie in un’apertura pop rock ariosa che lo rende uno dei pezzi migliori del lotto.
Con “Olimpiadi” si torna a cavalcare ritmi più frenetici ed elettrici, ed è come tuffarsi in un certo mood baustelliano, con il cantato languido ed ammiccante, mentre “La nausea” scopre tendenze più danzerecce con i suoi riff di chitarra ficcanti. “Crema” è raffinata e delicata e lo spazio intorno si dilata all’infinito, fino a giungere alla title track “La stagione animale”, tinteggiata di un lieve folk che si apre poi in momenti post rock sommersi di new wave. I ritratti di personalità disturbate continuano in “Mary Garret”, pop rock cavalcante che si infila nei problemi di una ballerina afflitta dal senso di rivalsa e nel rapporto con il suo corpo, continuando con l’introspettiva “Non voglio addormentarmi” e la più dreamy e rarefatta “David Hemmings”. La chicca dell’intero viaggio è però l’ultima “Barbie California”, la fotografia di una serie di personaggi disintegrati dalla loro stessa superficialità, tratteggiando storie che si stendono su chitarre riverberate, accompagnate da una weaving cupa che cresce fino ad esplodere.
L’esordio sulla lunga distanza dei Nonostanteclizia è centrato e presenta molti episodi che vanno ben oltre la media, ripartendo in maniera efficace l’importanza fra la parte testuale e quella musicale, senza mai dimenticarsi di far trapelare le emozioni più nascoste, vestendole di abiti che riescono a valorizzarle in pieno. Un ottimo lavoro da gustare più e più volte, senza stancarsi mai.
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La recensione LA STAGIONE ANIMALE di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-27 00:00:00
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