Prendete l’Inghilterra; quella degli anni 2000 preferibilmente, dei ‘90 al massimo. Prendete le band appartenenti a quell’universo spaziotemporale, quelle inserite nel filone rock; prendetele tutte. Inseritele in un super calderone, mischiatele con cura e quello che ne verrà fuori sarà qualcosa di vagamente simile agli Swayed. Il gruppo di Como è proprio questo infatti, una sintesi delle rock band degli ultimi vent’anni, si va dagli Oasis agli Strokes, passando per la stravaganza dei Blur. Il punto riferimento principale però pare essere il suono degli Arctic Monkeys, i quali vengono rievocati in quasi ogni nota di questo esordio anche se in una forma più addolcita, con la chitarra meno graffiante ed il basso meno predominante. Ultimo, ma non per importanza, è il richiamo agli Who nelle tracce che hanno un vago sentore rock'n'roll, come “Number nine” e “Nothin’ done”. Una menzione che a primo impatto sembra che non c’entri nulla con la scena citata precedentemente, ma che invece c’entra eccome dato che la formazione di “My Generation” sta inevitabilmente alla base di molta musica anglosassone e quindi anche dei quella dei ragazzi lombardi.
In tutto questo si potrebbe pensare che gli Swayed siano solo un miscuglio di citazioni senza personalità, invece anche se il gruppo deve ancora trovare una propria strada dove possa correre senza paura di frenare, già da adesso ha dimostrato di avere qualcosa da dire divertendosi e facendo divertire.
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