Napoli e Buenos Aires congiunte in uno split che diverte ed infastidisce allo stesso tempo
In questi due brani Buenos Aires e Napoli, come se fossero città confinanti, reduci della storia d'amore definita dal percorso di Diego Armando Maradona, vengono celebrate da Mario Dream e Betty Confetti, la prima con un brano dance anni '90, la seconda con un prodotto dai toni tropicali ospitati nel contesto della cumbia.
Fin dai primi secondi riafforano nella mente il degrado e l'ignoranza di quelle esperienze vissute col rimorchia-tipe che, con fare ganzo, dimostrava la propria onnipotenza restando in piedi sul tagadà, inducendo un regime immaginario allo sfigatello di turno costretto a soccombere innanzi a tali gesta; come se non fosse abbastanza, il tutto viene condito dall'impronta nonsense delle liriche "ignoratamente tamarre" che cosituiscono un brano di cattivo gusto, ma allo stesso tempo divertente proprio perché corre il rischio d'essere preso (purtroppo) seriamente, un prodotto ibrido che così come potrebbe piacere agli amanti del trashume vecchia scuola, così potrebbe infastidire, se non far innervosire i più pignoli.
Improvvisamente veniamo catalpultati in Argentina dove infine, tramite i suoni tipici di una cultura popolare, sveliamo invece una trama più raffinata nel singolo di Betty Confetti che comunque, così come nel brano precedente, piace e non piace, dipendentemente dall'ascoltatore che gli capita a tiro.
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La recensione BABELE/HAMACA di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-12 23:35:00
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