Esordio su lunga distanza per Hilo, con un disco che si guarda dentro senza vergogna, dando una forma a quei pensieri che spesso teniamo nascosti
Ho sempre pensato che le canzoni tristi fossero belle. Mi riferisco a quelle dove la malinconia acquisice un sapore talmente dolce che è quasi impossibile non affezionarvisi. Ecco, nei momenti in cui questo sentimento scende piano piano su di me, vorrei solo prendere la macchina e scappare lontano, in un posto dove potermi guardare dentro senza vergogna, senza spavento per ciò che scoprirò. Ed è questo che gli Hilo fanno, si scrutano in profondità dando una forma ai loro pensieri, un colore alle proprie parole e un senso alla loro musica.
"Rising Up & Rising Down" è l'esordio su lunga distanza che raccoglie tre dei pezzi del primo ep "Not a city, not a name", più sei nuovi brani. Le vecchie conoscenze ("Blaze", "December", e "By Now", che si sdoppia qui in "Everything's Gone") sono state spogliate del loro aspetto scarno, a favore di una maggiore cura negli arrangiamenti e un maggiore arricchimento sonoro, senza però snaturarne l'essenza di base, ma piuttosto limandone gli spigoli laddove possibile. I nuovi arrivati, invece, si bilanciano fra loro, passando per la circolarità di "Like Knives", martellante sulle tempie fino a crescere in intensità per lasciarmi col fiato sospeso, toccando poi "Moving Cars", limbo di domande che forse non troveranno mai risposte. "Lightning Bolts" è delicata e leggera come la neve che, da qualche parte non lontano, sta cadendo lieve, mentre "Sharks" raccoglie l'impeto messo finora a tacere, con i cori che si intrecciano fra loro in giochi sfuggenti. "Dices" poggia le basi su una tromba che apre le strade alle immagini di ciò che non c'è più, del fato avverso, delle imprecazioni e della solitudine, la stessa che permea "And So We Admire", ruvida e scarna come un ritorno alle origini, mentre gli stessi interrogativi planano sulle nostre spalle, come dei macigni.
Gli Hilo si muovono bene nel loro territorio, hanno fatto tesoro del tempo trascorso dal loro primo lavoro e delle loro esperienze, per presenare un disco che ci porta dritti nei punti bui dell'anima che spesso lasciamo coperti. Magari adesso non posso scappare lontano con la macchina, ma mi consolo mettendo su questo "Rising Up & Rising Down" e iniziando un viaggio di scoperta dentro di me, un viaggio al termine del quale non so cosa scoprirò.
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La recensione Rising Up & Rising Down di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-16 00:00:00
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