Scrivono brani che sono mondi in conflitto - o pianeti in evoluzione. Un rischio affascinante
L’estetica di questa copertina sgargiante richiama colori e sensazioni di quella di un monolite psych-weird quale “Each One Teach One” degli Oneida. Ma i Sycamore Age hanno poco a che fare con i deliri, le ossessioni e le collisioni di quello storico doppio album molesto e definitivo. La band aretina non ha voglia di scatenare una rissa sonica a tutti i costi. Anche se “Perfect Laughter” è costruito con l’intento palese ma non dichiarato di cercare rogne. Perché queste canzoni sono complicate. Acchiappano mille riferimenti - dagli anni Sessanta agli anni Dieci, con pochi buchi temporali nel mezzo - e li mettono insieme in un modo che a tratti non è solo geniale: è personale.
L’iniziale “7” è un mantra concentrato in meno di quattro minuti. Dentro ci sono i Flaming Lips di “The Terror” e perfino gli Zwan di “Jesus, I” che battono all’unisono sotto quel giro travolgente di chitarre e tastiere reiterate e scalmanate. È il preludio a una festa che in realtà non arriva mai ma che sbuca comunque tra i dettagli e le fratture di un disco scomposto eppure armonico, nel quale una sorta di spiritualità pagana si trova a convivere con la carnalità di un suono che sa essere caos. “Dalia” è una carnevalata allegra ed espressiva che mette esagerazioni Beatles in mezzo a una marcetta da cantare con la mente aperta a nuove psichedeliche prospettive. “Drizzling Sand” è un formidabile miscuglio di talenti diversi che sorge rumorosa e tramonta soul: praticamente in una sola canzone c’è l’intero album di Perfume Genius, “Too Bright”. Il bello è che i Sycamore Age riescono pure a fare di meglio. “The Womb Of Nowhere” è uno splendido pezzo folk che va in scia Akron/Family, la sorprendente “Diorama” porta la band a pochi centimetri dalla synthesi electro dei Drink To Me, “In The Blink of an Eye” è una raffinatezza che comincia da Jeff Buckley e poi parte per la tangente trasformandosi in roba jazzata dall’approccio zingaro e sfuggente.
Detto che la scrittura tocca vette niente male, ciò che emerge con forza è un lavoro notevole in fase di arrangiamento. La rinuncia alla batteria in favore delle percussioni contribuisce a dare un tono più scuro e vagamente minaccioso al disco, diversamente cadenzato e quindi obiettivamente interessante. Inoltre la stessa scelta di costruire brani come mondi in conflitto - o come pianeti in evoluzione - è un rischio affascinante. Con tutto quello che c’è in mezzo, è una possibilità da tenere in considerazione il fatto che le canzoni di “Perfect Laughter” passino senza che si riesca ad afferrarne nemmeno una. Ma al massimo i Sycamore Age lasceranno indietro le teste più pigre e più sciocche. Non questa grande perdita.
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La recensione Perfect Laughter di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-02-23 00:00:00
COMMENTI (7)
Grazie a tutti di cuore per l'apprezzamento...e un grazie speciale ad Alessandro Fiori per la sua visita e per i complimenti che ci hanno onorato moltissimo...
gran disco, grande Sté, bravissimi ragazzi!
@antobel non aspettare... è un disco clamoroso!
Ho il loro cd qui tra le mie manine ma non ho ancora trovato il tempo di ascoltarlo. La recensione mette voglia.
disco della madonna
biello!
Grandissimi Sycamore Age.