Sycamore Age
Perfect Laughter 2015 - Sperimentale, Psichedelia, Pop rock

Perfect Laughter

Scrivono brani che sono mondi in conflitto - o pianeti in evoluzione. Un rischio affascinante

L’estetica di questa copertina sgargiante richiama colori e sensazioni di quella di un monolite psych-weird quale “Each One Teach One” degli Oneida. Ma i Sycamore Age hanno poco a che fare con i deliri, le ossessioni e le collisioni di quello storico doppio album molesto e definitivo. La band aretina non ha voglia di scatenare una rissa sonica a tutti i costi. Anche se “Perfect Laughter” è costruito con l’intento palese ma non dichiarato di cercare rogne. Perché queste canzoni sono complicate. Acchiappano mille riferimenti - dagli anni Sessanta agli anni Dieci, con pochi buchi temporali nel mezzo - e li mettono insieme in un modo che a tratti non è solo geniale: è personale.

L’iniziale “7” è un mantra concentrato in meno di quattro minuti. Dentro ci sono i Flaming Lips di “The Terror” e perfino gli Zwan di “Jesus, I” che battono all’unisono sotto quel giro travolgente di chitarre e tastiere reiterate e scalmanate. È il preludio a una festa che in realtà non arriva mai ma che sbuca comunque tra i dettagli e le fratture di un disco scomposto eppure armonico, nel quale una sorta di spiritualità pagana si trova a convivere con la carnalità di un suono che sa essere caos. “Dalia” è una carnevalata allegra ed espressiva che mette esagerazioni Beatles in mezzo a una marcetta da cantare con la mente aperta a nuove psichedeliche prospettive. “Drizzling Sand” è un formidabile miscuglio di talenti diversi che sorge rumorosa e tramonta soul: praticamente in una sola canzone c’è l’intero album di Perfume Genius, “Too Bright”. Il bello è che i Sycamore Age riescono pure a fare di meglio. “The Womb Of Nowhere” è uno splendido pezzo folk che va in scia Akron/Family, la sorprendente “Diorama” porta la band a pochi centimetri dalla synthesi electro dei Drink To Me, “In The Blink of an Eye” è una raffinatezza che comincia da Jeff Buckley e poi parte per la tangente trasformandosi in roba jazzata dall’approccio zingaro e sfuggente.

Detto che la scrittura tocca vette niente male, ciò che emerge con forza è un lavoro notevole in fase di arrangiamento. La rinuncia alla batteria in favore delle percussioni contribuisce a dare un tono più scuro e vagamente minaccioso al disco, diversamente cadenzato e quindi obiettivamente interessante. Inoltre la stessa scelta di costruire brani come mondi in conflitto - o come pianeti in evoluzione - è un rischio affascinante. Con tutto quello che c’è in mezzo, è una possibilità da tenere in considerazione il fatto che le canzoni di “Perfect Laughter” passino senza che si riesca ad afferrarne nemmeno una. Ma al massimo i Sycamore Age lasceranno indietro le teste più pigre e più sciocche. Non questa grande perdita.

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