I caschi gialli dei The Fabbrica 2.0 e il rock made in sud di "Come vento in faccia".
Tre caschi gialli e un nome che è tutto un programma, i The Fabbrica 2.0, giovane band della provincia di Caserta, è gente che guarda ai propri sogni nel cassetto con le istruzioni per l'uso in mano, tre ragazzi che sanno quello che vogliono e dal 2012 lo cantano in un microfono. "Come vento in faccia", il loro secondo disco, ha per copertina uno yeti e alle spalle una bella storia; le dieci tracce del disco, infatti, vengono registrate solo dopo aver vinto un concorso musicale, lo stesso con il quale trovano una casa discografica e i fondi necessari per lanciare "Mi disarmi", il primo singolo estratto dall'album, una dichiarazione d'amore sopra le righe con un videoclip girato tra i banchi di scuola. Il secondo orecchiabilissimo singolo estratto dal disco è "Prospettive", un brano costruito su un riff semplice e con un testo ben scritto capace di dare immediatamente un'idea di quello che è il progetto The Fabbrica 2.0, uno spazio in cui costruire canzoni anzitutto per divertirsi, basta guardare le versioni live dei brani per capire quanto sia vero.
Dovendo tirare le righe il vento che tira da questo lavoro non è particolarmente sferzante, nel complesso il genere musicale, i testi e il modo di cantarli ricordano vagamente i Ministri, dei quali manca volutamente il sound duro e la presa di posizione su tematiche sociali importanti, qui intuibili solo fra le righe di canzoni come "Aria", a portare buone speranze, però, ci pensano le realizzazioni acustiche dei brani, chitarra e ukulele per "Fino ad allora", armonica e chitarra, con fisarmonica, xilofono e kajon per la bella "Ci vuole tempo", donano al gruppo una veste più originale e facilmente riconoscibile e ai pezzi un respiro diverso e più maturo.
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La recensione Come Vento In Faccia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-04-08 23:59:00
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