Storia di un bravo ragazzo
Ascoltando "Quel bravo ragazzo" ho capito almeno tre cose di Ill Miglia. È un fan di Biggie Smalls, ha un buon gusto musicale ed è davvero un bravo ragazzo. La prima è semplice e si capisce da varie citazioni sparse nel disco; la seconda è apprezzabile dalla scelta delle strumentali che accompagnano le rime; la terza è più complessa è merita un approfondimento.
Che significa essere un bravo ragazzo? Qualsiasi definizione risulterebbe banale, ognuno potrebbe sostenere una propria interpretazione e la risposta potrebbe essere del tutto soggettiva. Dopotutto alcune domande hanno risposte legate a convenzioni sociali con le quali possiamo trovarci più o meno d'accordo ma che inevitabilmente possono essere verità per qualcuno e falsità per altri. In questo caso però si parla di musica, e nello specifico di musica rap, ed essere dei bravi ragazzi in questo contesto significa prima di tutto essere onesti. Onesti con gli ascoltatori e quindi con se stessi: è inutile inventarsi storie, costruire castelli e città nel deserto se poi tutt'intorno c'è il vuoto. Ill Miglia sa essere onesto, con se stesso e con gli ascoltatori, ed è stato in grado di realizzare un album con della personalità. La sua vita è chiaramente quella narrata nel disco, nessun inganno, una vita tutto sommato nella norma senza particolari capriole nell'aria ma di sicuro vissuta fino all'ultimo respiro, viaggio dopo viaggio, città dopo città. Lo si capisce dall'intensità della voce quando slega le parole sul beat, quando invoglia a vivere il presente ("Oggi"), quando glorifica il sacrificio per ottenere i propri risultati ("Fly High"), quando fa della penna l'arma per sfogarsi contro i suoi detrattori ("Distrutto") o contro la società ("Shame"), o ancora quando esalta il suo amore per le donne ("On&On"). Non c'è finzione, non c'è bisogno di troppe spiegazioni perché è tutto molto semplice da capire e da apprezzare. È tutto lì, tutto quello che serve per capire perché Ill Miglia è un bravo ragazzo.
Ci sono sicuramente degli aspetti da migliorare, in particolar modo nell'approccio di alcune varianti del rap. Personalmente abbandonerei gli esperimenti in extra beat, per il semplice fatto che non rendono in termini di comunicazione quanto gli altri, è come se il tutto diventasse piatto e il rap perdesse di forza; anche come esercizio di stile non è abbastanza efficace.
In definitiva "Quel bravo ragazzo" rimane comunque un lavoro con più pregi che difetti e senz'altro all'autore va fatto un plauso (anche più di uno) per aver realizzato un primo progetto ufficiale che sia un vero e proprio album, un disco che abbia un inizio e una fine, con un'idea di fondo in grado di reggere lo scheletro e non una collezione di pezzi buttati a caso in una tracklist.
Infine va spezzata una lancia a favore di tre nomi presenti nel disco: il primo nome è quello di Sabi, voce fantastica che si spera possa presentare presto qualcosa di suo da ascoltare per avere un'idea migliore sul potenziale della ragazza; il secondo nome è quello di WR-104, una bella rivelazione del beatmaking napoletano; il terzo nome infine è quello di Vinz Turner che oltre a scrivere si conferma un bel talento fra i producer emergenti italiani (anche lui campano).
Non resta che attendere la prossima prova del Miglia e capire a che punto sarà arrivato del suo viaggio, e se sarà riuscito a migliorarsi ancora come fatto fino ad oggi, lavoro dopo lavoro.
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La recensione Quel Bravo Ragazzo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-26 00:00:00
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